L’appello in audizione. Biglio: sul contrasto al dissesto idrogeologico il governo ci ascolti
I piccoli comuni reclamano più poteri sul Recovery Plan
I piccoli comuni chiedono voce in capitolo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Anpci deve essere ammessa al tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale istituito dal decreto legge sulla governance del Pnrr (dl n.77/2021) poiché i piccoli comuni rappresentano oltre il 72% dei comuni italiani, il 20% della popolazione, il 70% del territorio. E’ la richiesta principale che la presidente dell’associazione, Franca Biglio, e il consulente, Roberto Gregori, hanno formalizzato in audizione alla Camera sul provvedimento che scrive le regole di governo del Recovery Plan e introduce le prime misure di semplificazione necessarie ad attuarlo. Per l’Anpci è fondamentale che il governo centrale, attraverso la Cabina di Regia e il Tavolo permanente, coinvolga gli enti locali, e soprattutto i piccoli comuni, nella scelta e nella gestione dei progetti. In audizione l’Anpci ha inoltre chiesto maggiore coinvolgimento degli amministratori dei piccoli comuni nella realizzazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.
Quanto alle misure per la transizione ditale e il superamento del digital divide, l’Anpci chiede di eliminare le sanzioni per la violazione degli obblighi. L’articolo 41 del decreto legge va abrogato perché nei piccoli comuni, dopo 10 anni di tagli delle risorse e dopo 15 anni di blocco delle assunzioni, non ci sono più segretari comunali, ragionieri, geometri, dipendenti con qualifiche di direzione. Per questo espressioni come «mancata ottemperanza alla richiesta di dati, documenti o informazioni o trasmissione di informazioni o dati parziali o non veritieri» oppure «inadempimento dell’obbligo di rendere disponibili e accessibili le proprie basi dati» sono secondo l’Anpci «affermazioni generiche, superficiali e non verificabili» che realizzano un accanimento sulla responsabilità personale dei dipendenti che avrà come unico effetto la perdita di ulteriori competenze e la fuga dalle amministrazioni pubbliche delle risorse migliori. Infine, l’Anpci ritiene essenziale che anche i piccoli comuni siano ricompresi tra i destinatari dei fondi per i progetti di rigenerazione urbana che invece rischiano di andare esclusivamente agli enti con più di 15 mila abitanti, escludendo oltre il 90% dei comuni italiani.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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