Un taglio drastico ai tempi dei pareri e delle intese con gli enti territoriali, delle conferenze dei servizi decisorie e ai termini di giudizio nei ricorsi amministrativi, che vengono convogliati tutti sul Tar del Lazio. Ma la tagliola sui calendari agisce ad ampio raggio e arriva a ridurre della metà anche tutti i termini previsti dal testo unico sugli espropri. È uno degli interventi chiave contenuti nella bozza del decreto Pnrr ter che il governo Meloni sta preparando in vista di una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. Nel testo, che dovrebbe ottenere il via libera entro i primi 10 giorni di febbraio, trova spazio anche la proroga a fine anno dello scudo erariale che limita ai casi di dolo o grave inerzia le possibili contestazioni della Corte dei conti (come anticipato su Il Sole 24 Ore del 13 gennaio scorso). Ma la griglia degli interventi urgenti a tutto campo, e spazia da un rafforzamento di assunzioni e incarichi negli enti locali a un ampliamento di vari organici ministeriali, introduce nuove semplificazioni per l’installazione di impianti di energia rinnovabili, idrogeno e per la posa della fibra ottica, fino ad allargare la possibilità di finanziamento pubblico nei progetti in partenariato con i privati.
In linea con l’evoluzione degli obiettivi del Pnrr, che nel tempo vedono aumentare i target collegati alle realizzazioni effettive delle opere, il nuovo decreto punta a rimuovere i molti ostacoli ancora in campo verso l’attuazione reale degli investimenti. A questo obiettivo risponde prima di tutto il dimezzamento dei termini entro i quali la Conferenza Stato-Regione e l’Unificata dovranno rendere pareri e intese che riguardano interventi del Pnrr o del Piano nazionale complementare: i termini per i pareri si riducono da 30 a 15 giorni, la metà in caso di particolare urgenza, e passano da 20 a 10 giorni quelli per le intese. Nelle conferenze dei servizi le decisioni andranno assunte entro 30 giorni, termine che si allunga a 45 giorni per i casi di tutela ambientale, paesaggistica, dei beni culturali e della salute. Lo stesso taglio del 50% interessa anche tutti i termini processuali ordinari, compresi nei giudizi di primo grado anche quelli per la notifica del ricorso introduttivo, o incidentale, e dei motivi aggiuntivi.
Si allargano gli spazi per le assunzioni negli enti locali attraverso una modifica dei calcoli sui tetti di spesa che ora escluderanno tutti i costi prodotti dai rinnovi contrattuali, e non più solo dagli arretrati. Cresce molto poi la possibilità di affidare incarichi dirigenziali (i cosiddetti 110) che potranno arrivare al 50% dei posti istituiti in dotazione organica (il limite attuale è al 30%). Fuori dai tetti di spesa anche il costo dei segretari comunali e provinciali aggiuntivi autorizzati dal ministero dell’Interno. Raddoppia fino a 24 mesi la deroga che permette ai segretari a inizio carriera di lavorare nei comuni della fascia demografica immediatamente superiore. Tutto questo pacchetto è riservato ai quasi seimila enti locali soggetti attuatori degli interventi del Pnrr.
Le norme in bozza intervengono poi anche su alcuni aspetti del codice degli appalti, ora in via di riforma integrale. Sale dal 49 al 70% il limite della quota di finanziamento pubblico nei partenariati pubblico privati quando il progetto non supera i 10 milioni di euro. Nelle opere finanziate, tutte o in parte, da Pnrr, Piano nazionale complementare o fondi strutturali Ue, l’affidamento della progettazione e dell’esecuzione dei lavori potrà avvenire anche sulla base del solo progetto di fattibilità tecnica o economica, a patto di rispettare i criteri fissati dal Dl 77 del 2021. In questi casi si apre anche una corsia preferenziale in conferenza dei servizi. Per le opere finanziate da Pnrr e Pnc viene poi esteso a fine 2023 l’insieme delle semplificazioni emergenziali introdotte dal decreto n. 76 del 2020.
Colpo di acceleratore anche per le valutazioni del ministero della Cultura con un termine di 150 per la durata del procedimento unico. Per il procedimento di Via dei progetti di competenza statale i tempi si riducono da 60 a 15 giorni dalla conclusone della fase di consultazione.
* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi ore del 26 gennaio 2023.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento