La manovra parte dal Senato con un carico di 50 decreti attuativi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Occorreranno ulteriori atti legislativi per consentire alla legge di stabilità – almeno a quella nella versione arrivata al Senato – di poter diventare pienamente operativa. La manovra rimanda, infatti, a 50 tra decreti ministeriali, decreti del Presidente del consiglio e altri provvedimenti.

Un carico di lavoro per il Governo – e, in particolare, per gli uffici dei ministeri – che va ad aggiungersi all’opera iniziata da tempo per far arrivare al traguardo i 198 regolamenti attuativi previsti dagli altri interventi dell’Esecutivo Letta. Ai quali bisogna poi sommare i 271 provvedimenti ereditati dal Governo Monti. Insomma, uno stock di 469 atti che ora sfonda quota 500, arrivando – con i 50 nuovi regolamenti previsti dalla legge di stabilità – a toccare i 519 provvedimenti in lista d’attesa.

A essere chiamato in causa è, anche questa volta, soprattutto il ministero dell’Economia, che dovrà mettere a punto 13 decreti attuativi. Si tratta, in particolare, di assegnare le somme previsti dai nuovi Fondi – dai 10 milioni di quello per il funzionamento dell’Arma dei Carabinieri ai 107 milioni per far fronte a esigenze indifferibili – e di regolare il patto di stabilità per enti locali e società pubbliche non quotate.

Pure Palazzo Chigi avrà il suo bel daffare, perché dovrà predisporre 8 Dpcm. Anche in questo caso i provvedimenti serviranno per assegnare somme: i 120 milioni, ripartiti nel triennio 2014-2016, del Fondo per l’editoria e i 3 (spalmati tra il 2014 e il 2019) per l’informatizzazione di atti normativi e deliberazioni adottati dal Consiglio dei ministri, nonché per sviluppare la Gazzetta Ufficiale. Ai decreti della Presidenza del consiglio è, però, affidato anche altro, come la gestione e implementazione della banca dati online “Normattiva” e le misure di taglio delle spese elettorali dopo la novità introdotta dalla legge di stabilità di limitare le consultazioni a una sola domenica l’anno, con i seggi aperti dalle 7 alle 22.

Il ministero dell’Ambiente dovrà, invece, lavorare a quattro decreti, tre dei quali dovranno disegnare altrettanti piani contro il dissesto idrogeologico, la tutela e gestione della risorsa idrica e la bonifica di discariche abusive.

Per il ministero della Giustizia ci saranno da perfezionare le norme che hanno ritoccato verso l’alto i contributi per l’accesso agli esami di notaio e avvocato e dei patrocinanti in Cassazione: nei primi due casi si dovranno pagare 50 euro, nel terzo 75 euro.

Il ministero dell’Istruzione sarà, invece, quello che dovrà mettere mano a un decreto-lampo: dopo solo dieci giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità dovrà avere già pronto un provvedimento con cui individuare i beni immobili dell’Istituto nazionale di documentazione da trasferire all’Agenzia del demanio, che li metterà poi in vendita.

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