Pubblichiamo lo studio del MEF relativo al monitoraggio dei debiti commerciali delle PA. E’ possibile approfondire l’argomento visitando direttamente la pagina del Ministero
Il debito commerciale delle PA può essere utilmente espresso come somma di due componenti indicate, rispettivamente, come debito “fisiologico” e debito “scaduto”.
Il debito fisiologico corrisponde al debito commerciale che si forma in relazione al tempo intercorrente fra la data di ricevimento della fattura e quella del relativo pagamento, se questo avviene nei termini di legge, ovvero fra la data di ricevimento della fattura e la data di scadenza, se il pagamento è effettuato oltre i termini. Tale componente è stimata rilevando, direttamente, dai dati della PCC le fatture emesse nell’anno di riferimento, non scadute e non pagate entro il 31/12.
Il debito scaduto corrisponde alla componente di debito commerciale che si forma a fronte di fatture non pagate, quantunque siano trascorsi i termini di legge. La stima del debito scaduto al 31/12 di ciascun anno è ottenuta sommando al debito residuo scaduto comunicato alla PCC dalle singole PA, a partire dall’anno 2018 (ai sensi della Legge n. 145/2018, art.1, c. 867) [1] la quota di debito stimato sui dati della PCC per quelle amministrazioni che non hanno ottemperato al predetto adempimento comunicativo.
Totale delle pubbliche amministrazioni
La figura F evidenzia la stima del debito commerciale delle PA alla fine di ciascun anno del triennio considerato. I valori sono esposti a livello nazionale e per tipologia di debito. L’importo complessivo del debito commerciale delle PA rilevate sulla PCC si attesta, nel 2022, a 29,3 miliardi. La componente “scaduta” del debito ammonta a circa 15,8 miliardi, coprendo il 54,1% dell’importo complessivo. La parte restante (45,9%), pari a 13,4 miliardi, riguarda la componente fisiologica.
Nel confronto temporale, il debito commerciale complessivo presenta una riduzione nel 2021, attestandosi a 27,7 miliardi rispetto ai 29,1 miliardi del 2020 (-4,9%), per poi risalire a 29,3 miliardi nel 2022 (+5,6%). Quest’ultimo aumento, tuttavia, è in larga parte dovuto alla componente fisiologica che passa da 12,3 miliardi del 2021 a 13,4 miliardi del 2022 (+8,9%), anche in ragione dell’aumento del volume di fatture dei mesi finali del 2022. Diversamente, la componente scaduta risulta di poco in aumento passando da 15,4 miliardi del 2021 a 15,8 miliardi del 2022, in termini assoluti, e riducendosi da 9,4% a 9%, in rapporto all’ammontare del fatturato dell’anno.
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