I comuni potranno sbloccare gli usi civici compromessi

ItaliaOggi
23 Luglio 2021
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di Luigi Chiarello

I comuni potranno sbloccare gli usi civici irrimediabilmente compromessi. Si tratta di antichi diritti e forme di godimento collettivo della terra, che si stima in Italia riguardino circa cinque milioni di ettari; bene, un emendamento approvato alla Camera dei deputati in sede di conversione in legge del dl Semplificazioni bis (n.77/2021) permette alle regioni di consentire ai comuni i trasferimenti di diritti di uso civico e le permute in altre aree appartenenti al patrimonio disponibile degli Enti territoriali e locali, esclusivamente per terreni di superficie e valore equivalente. «Questo emendamento risolve una impasse che si protrae da decenni», spiega il deputato Alberto Manca, esponente M5S in commissione agricoltura e promotore della norma. Con il passare del tempo, infatti, parte di questi appezzamenti di grande importanza ambientale e naturalistica, destinati alle attività agricole, alla pastorizia o boschivi, ha irreversibilmente perso la propria conformazione fisica.

La spesso radicale trasformazione è avvenuta con l’autorizzazione alle opere da parte delle singole amministrazioni pubbliche, in conformità agli strumenti di pianificazione urbanistica. Ciò ha di fatto comportato gravi ripercussioni sui comuni che non sono in grado di rilasciare la relativa documentazione attestante la proprietà, precludendo per gli eventuali fabbricati insorti nel tempo l’accesso a misure agevolate come il bonus facciate o il 110% per le ristrutturazioni. L’emendamento presentato da Manca, in verità, è stato riformulato dal governo, «ma il testo recepisce gran parte delle istanze e rappresenta una svolta storica nonché un primo passo per la valorizzazione degli usi civici che, dopo anni in cui questo diritto veniva precluso ai cittadini, potranno tornare a rappresentare una porzione rilevante del territorio comunale a beneficio della collettività», rivendica il deputato. «Ora la collettività, dopo anni in cui il diritto all’uso civico le veniva negato, potrà tornare a usufruire di un bene collettivo nella nuova area pubblica che il comune identificherà con il coordinamento della regione. Ne consegue che, con la sdemanializzazione dei terreni irrimediabilmente compromessi, se ne ridà pieno possesso ai relativi proprietari».

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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