In grande anticipo rispetto alla scadenza di legge del 30 marzo, il ministero dell’Interno ha disposto in data 7 marzo il pagamento di 1,29 miliardi di risorse quale anticipo di liquidità a valere sulla prima rata di acconto Imu. A beneficiare dei fondi sono stati 6.807 comuni, mentre gli enti non pagati (in quanto ritardatari nella trasmissione dei certificati di bilancio e dei questionari Sose sui fabbisogni standard) sono stati 584.
La comunicazione è passata dalla conferenza Stato-Città, che ha dato il via libera al certificato sul pareggio di bilancio e al decreto del Mit per la ripartizione del bonus progetti.
Si tratta dei 30 milioni l’ anno, dal 2018 al 2033, messi sul piatto dalla manovra (commi 1079-1084) per aiutare la progettazione degli interventi di messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche. La programmazione sarà triennale, e seguirà due strade parallele: nel caso di Province (37,5 milioni nel 2018-2020) e Città metropolitane (15 milioni) sarà a disposizione una quota fissa per ogni ente e una quota variabile parametrata sulla popolazione.
I Comuni, destinatari degli altri 37,5 milioni dei primi tre anni, dovranno invece inviare al Mit i progetti (massimo tre per ente) candidati al bonus. A stabilire le modalità di presentazione delle candidature sarà un decreto direttoriale, atteso perle prossime settimane in contemporanea con la registrazione del Dm. Il bonus non potrà superare i 60mila euro a progetto, e coprire più dell’ 80% del costo totale.
Un’ altra novità è arrivata ieri dalla Rgs, con la circolare sul conto annuale del personale, che oltre alla classica rilevazione sul 2017 anticipa un monitoraggio periodico sull’ anno in corso: ogni tre mesi le Pa del campione (tra cui gli enti di area vasta e 603 Comuni) dovranno inviare i dati alla Ragioneria.
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