Anci, lo Stato contribuisca alla perequazione. Restituire i 560 milioni dovuti ai Comuni

15 Novembre 2019
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“Chiediamo un preciso input politico per dare una spinta al tavolo per la definizione del sistema dei Lep, livelli essenziali di prestazioni: è un passaggio essenziale per introdurre la perequazione verticale finora inattuata malgrado la legge n.42 sul federalismo fiscale, che impone allo Stato di fare la sua parte per ridurre il gap tra fabbisogni e capacità fiscali dei Comuni”. Queste le richieste avanzate dal sindaco di Novara Alessandro Canelli che, in qualità di delegato Anci alla Finanza locale, è stato sentito dalla commissione Finanze della Camera, dove ha rappresentato l’associazione insieme con Andrea Ferri, responsabile della Finanza locale dell’Anci. Un’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui sistemi tributari delle regioni e degli enti territoriali nella prospettiva dell’attuazione del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata. Leggi il documento di audizione.

“I Comuni hanno dato tanto sangue in questi anni per poter realizzare gli obiettivi di risanamento della finanza pubblica nazionale. Solo dai Comuni i tagli che ci sono stati nell’arco di 5-6 anni ammontano a circa 12 miliardi di euro”, ha spiegato il delegato Anci.

Accanto a questo taglio storico vi è poi il vulnus dei 560 milioni di euro che lo Stato non ha reintegrato ai Comuni dopo i tre anni previsti dal dl 66 del 2014, spingendo l’Associazione a fare ricorso al Tar. “La perequazione verticale va finanziata con risorse certe: si potrebbe ripartire da queste risorse o da una parte di esse”, ha spiegato il sindaco di Novara citando come primo esempio concreto di attuazione dei Lep l’intesa raggiunta la scorsa settimana in Conferenza Unificata sui fondi per la non autosufficienza.

Canelli ha ricordato come, al momento, il quadro del federalismo fiscale è del tutto distorto e soprattutto ben lontano dalle previsioni normative proprio sul meccanismo perequativo. “Finché non si riesce ad avere un sistema di redistribuzione a livello nazionale che tenga insieme tutto il sistema, non si parte”.

Tutto questo ha fatto sì che “in questo momento ci sono Comuni che danno anche più di quello che dovrebbero dare e Comuni che ricevono di più di quello che dovrebbero ricevere in base ai loro fabbisogni, quindi c’è iniquità. Noi sindaci dobbiamo erogare i servizi essenziali, i servizi sociali, se si continua a contrarre la spesa corrente – ha concluso Canelli – e se si continua a mantenere meccanismi distorsivi si mettono in difficoltà non solo i sindaci, ma soprattutto i cittadini”.

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