Salvo revisioni della bozza in circolazione così non sarà: l’indennità contrattuale scatterà solo dal 20152016 e di nuovi accordi si potrà parlare solo dal 2017. E il blocco degli stipendi (già in vigore dal 2011) sarà esteso di un altro anno, fino alla fine del 2014. Il testo in discussione è chiaro: «Non si dà luogo, senza possibilità di recupero alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014» si legge. Né «si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall’anno 2011».
Tutto fermo fino al 2015 quindi, poi il calcolo dell’indennità contrattuale per altri due anni e di rinnovi, adeguamenti non si parlerà che fra quattro anni. Per i lavoratori della scuola tutto ciò si traduce in un blocco degli scatti di anzianità per tutto il 2013, prorogando il fermo già messo in atto per gli anni 2010-11-12.
Furente e compatto il fronte dei sindacati che parla di «arroganza finale del governo tecnico sonoramente bocciato dagli elettori». Cisl e Uil dichiarano la proroga «inaccettabile». «E’ un atto inopportuno, una forzatura ai danni dei lavoratori pubblici – commenta Rossana Dettori, leader del settore per la Cgil – l’esecutivo uscente non può permettersi di prendere scelte così importanti proprio in questi giorni: stiamo parlando di stipendi medi di 1.200 euro al mese, per i quali è previsto un fermo di altri quattro anni senza alcuna una tantum»
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento