di MATTEO BARBERO (ItaliaOggi – 06/10/2023) – In collaborazione con Mimesi s.r.l
Dal concorso di regioni ed enti locali ai possibili tagli lineari: i prossimi saranno mesi caldi
Patto di stabilità e manovra riaccendono i fari sui bilanci
La riforma del Patto europeo di stabilità e crescita riapre la riflessione sugli strumenti di coordinamento della finanza locale. Il tema è al centro anche del disegno di legge delega per la revisione del Testo unico degli enti locali di cui al dlgs 267/2000 e incrocia anche il difficile percorso di definizione della prossima manovra di bilancio. Dalla riscrittura delle regole comunitarie si attende, anche laddove prevalga l’impostazione soft più cara all’Italiae oggi promossa dalla presidenza spagnola, una nuova stretta sugli obiettivi nazionali di deficit e debito, che negli ultimi anni, complice anche la pandemia, hanno decisamente allentato la morsa rispetto allo scorso decennio. Quel periodo storico fu caratterizzato per anni dalla stretta feroce del Patto di stabilità interno, introdotto per recepire a livello domestico i vincoli sovranazionali e garantire il “concorso” di regioni ed enti locali al risanamento dei contie poi abbattuto a colpi di sentenze dalla Consulta. Figlia di quell’epoca è anche la riforma di cui alla legge costituzionale 1/2012, nota come costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, cuiè seguita nello stesso anno la l 243, tuttora vigente, che disciplina, agli art.9e 10, una serie di meccanismi volti ad incanalare su binari di sostenibilità le gestioni finanziarie delle amministrazioni territoriali. La l. 243/2012 è tuttora vigente, anche se di fatto viene applicata rendendo vincolanti gli equilibri da essa previsti (segnatamente il saldo tra il complesso delle entrate e il complesso delle spese, ivi inclusi avanzi di amministrazione, debito e fondo pluriennale vincolato) solo in forma aggregata. La relativa verificaa livello di comparto è svolta, sia ex ante che ex post, dalla Ragioneria generale dello Stato, che in caso di scostamenti provvede a segnalare alla regione interessata, in via preventiva, il pericolo al fine di favorire così il riallineamento delle previsioni di bilancio dei singoli enti. Tale eventualità al momento non si è ancora verificata, ma il nuovo contesto potrebbe rendere tali scenari più probabili. Così come potrebbero tornare in auge, proprio per la crescente attenzione al debito pubblico, gli strumenti (di fatto mai realmente applicati) di contenimento della dinamica di crescita dello stock di debito del comparto degli enti locali previsti dal decreto legge 112/2008. Ovviamente, solo il ricordo di quelle stagioni fa venire la pelle d’oca agli amministratori locali, che quindi seguono con attenzione il negoziato a livello europeo, per comprenderne le ricadute interne. Con un occhio anche alla ddl di riforma del Tuel, che all’art. 5, comma 1, lett. a) prospetta anche la “revisione e armonizzazione degli istituti a presidio degli equilibri di bilancio degli enti locali, allo scopo di perseguire obiettivi di razionalizzazione ordinamentale”. Si tratta di una norma che sembra scritta per gli enti in rosso, ma che potrebbe dare la stura anche ad interventi più generalizzati su una materia che in ogni caso richiede una revisione complessiva ed un adeguamento alla cornice comunitaria. Nel breve periodo, infine, la difficile quadratura dei conti in vista della legge di bilancio potrebbe riaprire la stagione dei tagli lineari, come già si era temuto lo scorso anno.
* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 06 ottobre 2023.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento