di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore)
Sul terreno della finanza pubblica, gli Enti locali possono vantare più di un primato. Alcuni sono invidiabili, come i saldi positivi che riducono di anno in anno l’indebitamento del comparto, o i sistemi perequativi che distribuiscono i fondi sulla base dell’incrocio tra capacità fiscali e costi standard, seguendo meccanismi che la maggioranza della PA non ha nemmeno tentato di applicare. Altri lo sono meno, come quello che nel 2026 farà convivere nello stesso anno addirittura tre sistemi contabili: un record, questo, che promette di rimanere difficilmente insidiabile anche in futuro.
Il primo sarà rappresentato ancora una volta dall’immarcescibile contabilità finanziaria, fin qui giudicata indispensabile anche per garantire la funzione autorizzatoria del bilancio e destinata a rimanere in vita ancora a lungo. Il secondo è la contabilità economico patrimoniale prevista introdotta con l’armonizzazione del Dlgs 118/2011. Il prossimo dovrebbe essere l’ultimo della sua breve esistenza, che si chiuderà con i rendiconti del 2025 approvati entro il 30 aprile del 2026.
Quando gli Enti sopra i 5mila abitanti saranno però impegnati a far debuttare la nuova disciplina Accrual prevista dalla riforma 1.15 del PNRR. Va detto che l’economico patrimoniale del 2011, nata fra molte promesse di rivoluzione dei meccanismi gestionali dei conti locali, ha presto affievolito le proprie ambizioni, muovendosi nei confini ristretti dell’applicazione ai soli «fini conoscitivi degli effetti economici e patrimoniali dei fatti gestionali». Al punto che, nell’esperienza di molte amministrazioni locali, la pratica è stata delegata più o meno integralmente ai software, con uno scarso coinvolgimento culturale e operativo degli uffici.
Con l’Accrual, l’obiettivo è diverso (anche se per ora siamo sempre nel campo dei propositi), perché in un orizzonte temporale ancora indefinito ma non eccessivamente lungo almeno nei piani dei tecnici il nuovo sistema dovrebbe piazzarsi al centro della scena locale, fino a mandare in archivio la contabilità finanziaria. Sul punto, non è poco lo scetticismo di molti addetti ai lavori. Ma il percorso è aperto, e gioca la sua prima sfida sul terreno della formazione degli operatori che però è schiacciata dal solito vincolo dell’«invarianza dei costi», ostacolo fin qui insuperabile per molte riforme insieme al mancato confronto applicativo sul campo. Il tema è stato al centro pochi giorni fa anche dell’Assemblea nazionale dell’Ancrel, l’associazione che riunisce i revisori dei conti degli Enti locali guidata da Marco Castellani. I commercialisti sono del resto fra gli sponsor principali del nuovo sistema contabile, più vicino alla cultura aziendale da cui provengono. E la promozione dell’Accrual è al centro della loro agenda insieme alle proposte più specifiche per la professione, che puntano soprattutto ad agganciarsi ai principi dell’equo compenso per superare il consolidato deficit retributivo dei loro incarichi. Sul tavolo dei confronti con il governo resta poi la proposta di una quarta fascia, l’allentamento dei vincoli al numero degli incarichi e una tutela più solida sulla disciplina delle revoche. Temi in attesa di risposta da una riforma del Testo unico che però ancora stenta a uscire dai box.
* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 20 ottobre 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
Un 2026 da record per gli Enti locali: in campo tre contabilità parallele
Accanto al sistema finanziario e all’economico patrimoniale debuttano le regole Accrual
Il Sole 24 Ore
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