Trasferimenti regionali addio

Fonte: Italia oggi

Compartecipazioni al posto dei vecchi trasferimenti regionali. A prevederlo, a partire dal prossimo anno, è la disciplina sul federalismo fiscale. Ma al momento quasi nessuna regione si è adeguata, lasciando gli enti locali nella più assoluta incertezza. Gli artt. 12 e 19 del dlgs 68/2011 (attuativo della l 42/2009) prevedono che, dal 2013, ciascuna regione a statuto ordinario sopprima i trasferimenti regionali di parte corrente e, ove non finanziati tramite indebitamento, in conto capitale, diretti al finanziamento delle spese di comuni e province. Nel mirino ci sono tutte le erogazioni aventi carattere di generalità e permanenza, mentre sopravvivranno quelle di carattere settoriale.Come già avvenuto per quelli erariali, anche per i trasferimenti regionali è prevista la c.d. fiscalizzazione, ovvero la loro sostituzione con entrate di natura tributaria. In particolare, le regioni dovranno prevedere forme di compartecipazione da parte degli enti locali a tributi regionali. Nel caso dei comuni, il legislatore ha indicato come prioritaria la scelta dell’addizionale regionale all’Irpef, lasciando però i governatori liberi di individuare altri tributi che possano essere integralmente devoluti, in misura tale da compensare i trasferimenti soppressi. Per le province, invece, la compartecipazione dovrà riguardare la tassa automobilistica regionale e solo in caso di incapienza di quest’ultima altri tributi. Una parte del gettito dei tributi regionali compartecipati dovrà confluire in due fondi sperimentali di riequilibrio regionali (uno per i comuni ed uno per le province) per garantire un passaggio graduale e non brusco dal vecchio al nuovo regime. L’individuazione dei trasferimenti regionali fiscalizzabili deve essere oggetto di condivisione nell’ambito della Copaff, mentre la definizione delle aliquote delle compartecipazioni e dei meccanismi di funzionamento dei fondi di riequilibrio occorre un atto amministrativo regionale adottato previo accordo in sede di Consiglio delle autonomie locali o comunque d’intesa con gli enti locali. Finora, tuttavia, quasi nessuna regione ha provveduto. La sola Lombardia ha fiscalizzato i trasferimenti alle province, mentre tutte le altre sono ferme al palo. Gli enti locali, quindi, non sanno su che cifre potranno effettivamente contare per il prossimo esercizio finanziario, con evidenti difficoltà di programmazione. Il legislatore ha espressamente previsto che, in caso di inerzia regionale, scatti il potere sostitutivo dello Stato. Solo per le province è stato previsto anche il termine ultimo, che scadrà il 30 novembre 2012, mentre la norma sui comuni si limita a richiamare l’art. 120, comma 2, Cost.. In ogni caso, è evidente che la questione va affrontata e risolta in tempi brevi, eventualmente con una proroga dei termini, in modo da chiarire il quadro in vista della predisposizione, da parte degli enti locali, del bilancio di previsione 2013.

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