Stop al nuovo debito negli enti che non rispettano il «vecchio» pareggio di bilancio

il sole24ore
20 Dicembre 2019
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di Gianni Trovati

Per poter accendere nuovi prestiti gli enti territoriali devono rispettare anche il pareggio di bilancio previsto dalla legge 243 del 2012. La nuova incognita sui conti locali, e sulla ripresa degli investimenti, arriva dalle sezioni Riunite della Corte dei conti, che hanno risposto così sulla questione di massima posta dalla sezione del Trentino Alto Adige. La sentenza non è ancora depositata, e sarà necessario leggerla nei dettagli per misurare con precisione il suo impatto nell’intricata sovrapposizione dei “pareggi di bilancio” che caratterizza le regole sulla finanza locale. Le indicazioni della Corte Nel comunicato diffuso ieri dalla magistratura contabile, però, si precisa che il rispetto del pareggio disegnato dall’articolo 9, commi 1 e 1-bis, della legge 243 è «presupposto per la legittima contrazione di indebitamento finalizzato a investimenti». Senza questa precondizione, dunque, non è sufficiente per aprire la strada a nuovo debito l’aver rispettato «gli equilibri finanziari complessivi prescritti dall’ordinamento contabile e dalle altre norme di finanza pubblica che pongono limiti, quantitativi o qualitativi, all’accensione di mutui o al ricorso ad altre forme di indebitamento». Le conseguenze In sintesi, quindi, la riforma del pareggio contenuta nella manovra dell’anno scorso (comma 821 della legge 145/2018), che aveva anche reso strutturale lo sblocco degli avanzi, per la Corte dei conti non può rappresentare un’abrogazione implicita delle regole scritte nella legge 243. Anche perché, vale la pena di ricordare, quest’ultima è una legge rafforzata, scritta per attuare la riforma dell’articolo 81 della Costituzione. In vigore, quindi, c’è un doppio pareggio, che rischia di complicare parecchio la vita soprattutto ai circa 6-700 Comuni che sono in disavanzo anche per effetto degli accantonamenti come il Fondo crediti di dubbia esigibilità, mentre le regole sul saldo zero scritte nella manovra mettevano in fuorigioco solo poche decine di enti. La telenovela del pareggio, insomma, continua.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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