Sindaci, il 70% dei fondi per le nuove indennità va ai piccoli Comuni

il sole24ore
4 Gennaio 2022
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di Gianni Trovati

Il 62,4% dei fondi servirà per i compensi di assessori, vicesindaci e presidenti

La legge di bilancio aumenta fino al raddoppio le indennità degli amministratori locali. Della norma, (commi 583-587 dell’articolo unico) si è parlato soprattutto per la spinta che dà alle indennità di sindaci come Sala a Milano o Gualtieri a Roma, che in tre anni potranno passare dai 7.018 euro lordi al mese di oggi ai 13.800 previsti per i presidenti di Regione. Ma i numeri del fondo statale che finanzierà gli aumenti, radiografati dalla relazione tecnica, raccontano meglio il senso dell’intervento: che riguarda soprattutto le migliaia di amministratori dei Comuni medio-piccoli, dove la forbice fra indennità e responsabilità è forse ancora più grande che nelle città.

Qualche cifra. Il 70,3% del fondo andrà ai Comuni con meno di 10mila abitanti. Alle città maggiori arriverà il 3,2%, diviso fra i Comuni alla guida di Città metropolitane (si tratta appunto di Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria; avranno il 2,2%) e i capoluoghi di Regione. Non solo. L’aumento ai sindaci spinge le indennità di vicesindaco, assessori e presidenti di consiglio: con il risultato che nelle buste paga dei sindaci finiranno 82,6 milioni di euro, cioè il 37,6% dei 220 milioni messi dalla manovra. Il resto andrà appunto agli assessori.

La distribuzione delle risorse dipende com’è ovvio prima di tutto dalla numerosità delle platee. Ma la geografia del fondo aiuta a inquadrare meglio il problema affrontato con la norma, nata soprattutto da un dato: la crescente crisi di vocazione registrata nelle elezioni amministrative, che in molti comuni medi complica la stessa formazione delle liste.

Non è solo un problema di soldi, perché la questione intreccia il caos sulle responsabilità, gli ingorghi normativi e le scarse tutele che si attivano a protezione dei sindaci. Ma i soldi aiutano. Oggi un sindaco di un Comune fino a 3mila abitanti può ricevere un’indennità massima di 1.659,38 euro lordi al mese, anche se in genere la cifra vera si ferma a 1.162 euro perché l’aumento previsto un anno fa è rimasto ampiamente sottofinanziato. Spesso, anzi, non viene nemmeno raggiunta, con la conseguenza di sindaci che guadagnano cifre inferiori al reddito di cittadinanza come ha denunciato in più occasioni il presidente dell’Anci Antonio Decaro. Con le nuove regole, potrà arrivare a 2.208 euro. A 10mila abitanti si passerà da 2.509,98 a 4.002 euro. In questi enti, per gli assessori le cifre restano spesso simboliche: ma perdono l’aspetto caritatevole dell’obolo: nei Comuni fino a fra 5mila e 10mila abitanti, per esempio, ci si sposta dai 1.129,49 euro del vecchio tetto ai 1.800,9 del nuovo. Il tutto in tre anni, perché il finanziamento è del 45% nel 2022, del 68% nel 2023 e arriva a regime dal 2024.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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