di Francesco Cerisano
Anci in audizione sul dl Sostegni bis. Per 322 municipi contributi pari solo al 60%
I 500 mln stanziati non bastano. 180 comuni esclusi
La proroga dei bilanci al 31 luglio per gli enti che hanno fatto ricorso alle anticipazioni di liquidità non basta a risolvere in modo strutturale la crisi finanziaria aperta nei bilanci dei comuni dalla sentenza n. 80 della Consulta. Né tantomeno sono sufficienti i 500 milioni stanziati dal decreto Sostegni bis per i municipi in maggior disavanzo. Servirebbero almeno 900 milioni in un triennio perché al momento 180 dei 502 enti più direttamente coinvolti (sul totale di 1.400 municipi che hanno costituito il Fondo anticipazioni di liquidità) resterebbero esclusi dal riparto dei 500 milioni, in quanto non raggiungono la soglia del 10% nel rapporto tra maggior disavanzo e entrate correnti. E i restanti 322 enti riceverebbero un contributo in grado di assicurare appena il 60% della sola copertura 2021, mentre si apprestano a chiudere il bilancio triennale 20212023. Una situazione che fi nisce per aggravare la già critica condizione di permanente fragilità complessiva della fi nanza comunale che interessa il 15% degli enti (alcune decine di grandi e medie città del Centronord e ampie fasce di enti locali del Sud, delle Isole e delle aree interne).
È un giudizio in chiaroscuro quello dell’Anci in audizione sul decreto Sostegni bis (dl n.73/2021) dinanzi alla Commissione bilancio della Camera. Nonostante le numerose misure che vanno nella direzione auspicata dall’Associazione guidata da Antonio Decaro, ossia «assicurare un adeguato sostegno, diretto ed indiretto, a quei segmenti del corpo sociale messi a dura prova dalla crisi pandemica» (dai 600 milioni stanziati per gli sconti sulla tassa rifi uti, al rifinanziamento con nuovi 500 mln del Fondo per la solidarietà alimentare, dai 135 milioni del Fondo per le politiche della famiglia con cui i sindaci potranno fi nanziare il potenziamento dei centri estivi, ai 450 milioni per il Trasporto pubblico locale, senza dimenticare i 100 milioni in più per le risorse compensative dei mancati introiti da imposta di soggiorno), i dubbi su modalità e i tempi del ripiano ordinario richiesto dalla Corte restano. Basti pensare, osserva l’Anci, che il termine entro cui dovrà essere emanato il decreto ministeriale di riparto dei 500 milioni («entro 30 giorni dalla conversione in legge» del decreto) è successivo al 31 luglio, termine previsto per l’approvazione dei bilanci degli enti coinvolti. Di qui l’auspicio che «le riflessioni in corso in sede politica e tecnica portino con tempestività ad una soluzione soddisfacente, evitando qualsiasi aggravio per la generalità degli enti locali che non possono sopportare conseguenze fi nanziarie anche gravi per il solo fatto di aver applicato una legge dello Stato». «La norma contenuta nel decreto Sostegni bis è debole sia sotto il profi lo logico, sia sotto quello temporale», ha chiosato il vicepresidente vicario Anci e capogruppo di Forza Italia in commissione bilancio della Camera, Roberto Pella.
Pur nel giudizio complessivamente positivo sul decreto, l’Anci è preoccupata per l’aumento dei casi di crisi fi nanziaria nei municipi che testimoniano «l’esistenza di un perimetro all’interno del sistema locale, entro il quale un numero significativo di comuni non dispone di risorse fi nanziarie ed umane sufficienti per l’erogazione dei servizi attesi dalle comunità, né di adeguate capacità di investimento». Per questo, oltre alla richiesta di un intervento defi nitivo sull’utilizzo delle anticipazioni di liquidità, l’Anci auspica il ripristino di una misura di sostegno per gli enti in predissesto. E ricorda a parlamento e governo le problematiche più urgenti per i bilanci dei comuni. A cominciare dalla contabilità armonizzata «troppo spesso dettagliata in modo eccessivamente formalistico». C’è poi il tema della scarsità delle risorse del Fondo di solidarietà comunale che necessiterebbe di un’integrazione «verticale». Completano il quadro la debolezza della riscossione locale, l’assenza di leve specifi che per gli enti in disavanzo, l’ineffi cace disciplina dei ripiani degli enti in crisi fi nanziaria, la necessità di un rafforzamento delle dotazioni organiche nella scuola e nella polizia locale e la risistemazione delle fonti di fi nanziamento e del quadro ordinamentale delle Città metropolitane.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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