“Si sta già provvedendo all’assestamento, rintracciando tutte lenecessarie economie. Parallelamente comincerà subito il lavoro che porterà alla redazione del prossimo bilancio di previsione”, ha scritto non a caso Mazzillo nella prima nota diffusa dopo la notizia della nomina. Il previsionale è un documento essenziale per il comune, dal momento che vi sono indicate tutte le entrate e le uscite stimate dall’ente per l’esercizio successivo a quello di approvazione. Per questo, il Testo unico degli enti localistabilisce che quando il bilancio “non sia approvato nei termini” (art. 141 comma 1 lettera c), il consiglio comunale vengacommissariato e poi sciolto “con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministero dell’Interno”.
La legge sulla questione parla chiaro e lascia ora all’amministrazione capitolina poco meno di 90 giorni di tempo per chiudere il cerchio sui conti previsionali. E ne dà ancora meno alla giunta che deve consegnare il documento al consiglio trenta giorni prima della sua approvazione (quindi non oltre il 30 novembre). Se l’operazione non dovesse riuscire, allora scatteranno le previsioni del Testo unico degli enti locali che, pur essendo obblighi di legge, hanno un contenuto politico molto forte. Intanto la macchina amministrativa, che dà lavoro a 48mila persone(partecipate incluse), procederà a singhiozzo, di mese in mese, basandosi sul precedente bilancio dell’ente. Un’ipotesi da scongiurare per la Capitale. E anche per i Cinque Stelle.
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