Risorse, crisi e procedure: riparte il confronto Mef-sindaci sui conti 

il Sole24ore
11 Marzo 2024
Scarica PDF Stampa
Modifica zoom
100%
Il Sole 24 Ore – Gianni Trovati –  11/03/2024 pg. 23
Giovedì il primo incontro del tavolo convocato dalla sottosegretaria Savino La convocazione accoglie la richiesta avanzata da Anci nell’ultima Stato-Città
Riparte dopo una lunga fase di stallo il confronto tecnico e politico fra Comuni e Governo sulle prospettive dei conti comunali. Il primo appuntamento è fissato per giovedì prossimo alle 11 al ministero dell’Economia, dove la sottosegretaria Sandra Savino, che ha la delega alla finanza locale a Via XX Settembre, ha convocato i rappresentanti di Anci e Upi per ricominciare a tessere il filo del dialogo. In agenda ci sono tutti i dossier principali per i bilanci locali, a partire dall’incrocio fra l’evoluzione della perequazione e il ritorno dei tagli deciso con la spending review in manovra.
Il calendario aiuta a capire l’importanza del momento in cui prova a ripartire il dialogo, dopo due anni di mancata intesa in Conferenza Stato-Città. Proprio l’ultima riunione della Conferenza, mercoledì scorso, ha innescato la miccia che riaccende il confronto: perché l’Anci ha spinto per riconoscere il parere favorevole alla bozza di decreto ministeriale che distribuisce i 100 milioni di tagli ai Comuni (più altri 50 a Province e Città metropolitane) della cosiddetta spending ex informatica, subordinando però l’accensione del semaforo verde alla richiesta di aprire un tavolo per provare a guardare un po’ più avanti della stretta contingenza. Richiesta accolta con la convocazione della prima riunione arrivata a stretto giro.
Il primo sono i numeri, e più precisamente quelli che misurano la dinamica delle risorse a disposizione del comparto per i prossimi anni. Le incognite, chiusa con l’accordo della manovra corretta in Parlamento la partita sul 2024, cominciano a infittirsi già dal 2025, per l’incrocio di due fattori: la progressione della quota di fondo di solidarietà governata dalla perequazione avverrà, stando al quadro attuale, in assenza di qualsiasi risorsa compensativa perché arriva a fine corsa anche il lungo meccanismo di recupero dei 560 milioni della vecchia spending del 2014, le cui quote aggiuntive annuali hanno fin qui dato una mano a ridurre gli effetti della perequazione. Anche così, negli ultimi due anni i sindaci non hanno dato l’intesa al decreto di riparto perché oltre 4.300 enti, cioè il 66,5% di quelli coinvolti da un meccanismo che esclude i territori a Statuto speciale del Nord, hanno visto una riduzione di risorse rispetto all’anno precedente: la flessione per ora è contenuta, ma ovviamente non può che intensificarsi con la progressione annuale della quota perequata fino al 100% in calendario per il 2030.
Questa evoluzione avviene dopo che, come mostrato nella conferenza Ifel di gennaio, la distanza fra la capacità di spesa per abitante dei Comuni più ricchi quella degli enti con i conti più tirati è aumentata del 12% negli ultimi dieci anni. Questo fenomeno, insieme ai buchi nella riscossione in attesa di riforma con l’attuazione della delega, moltiplicano i casi di crisi finanziarie locali, anch’esse in attesa di una soluzione strutturale che sarà discussa al tavolo.

* In collaborazione con Mimesi s.r.l. – Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore dell’11 marzo 2024

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento