Rischi per conti pubblici da un’estensione delle compensazioni per crediti verso le pubbliche amministrazioni. A lanciare l’allarme è la Ragioneria generale dello stato che ha espresso un parere negativo sulla possibilità’ di operare la compensazione in sede di liquidazione dell’imposta dovuta in base alla dichiarazione dei redditi, per i possibili effetti negativi a carico della finanza pubblica «sia in termini di minori entrate contributive sia in termini di minori entrate fiscali».
E’ quanto sottolineato dai rappresentanti del dipartimento guidato da Biagio Mazzotta durante un’audizione davanti alla commissione Finanze della Camera, in merito alle proposte di legge relative ai crediti verso la pubblica amministrazione. «La scelta di procedere su base annuale alla compensazione dei crediti vantati nei confronti della p.a. e l’estensione progressiva delle somme compensabili, limitandola ai soli carichi affidati agli agenti della riscossione deriva dalla necessita’ di salvaguardia dell’equilibrio di finanza pubblica, in quanto la prospettiva di una compensazione generalizzata incentiverebbe nei contribuenti un adeguamento dei comportamenti volti a ritardare o a non effettuare il versamento delle somme dovute nell’aspettativa di una futura compensazione, che sarebbe ancora piu’ probabile se non fosse limitata alle somme iscritte a ruolo», ha spiegato la Ragioneria. «Una rilevante estensione del sistema di compensazione», ha concluso la Rgs, «potrebbe produrre una deresponsabilizzazione del debitore che sarebbe esentato dal rispondere dei propri ritardati pagamenti e delle relative conseguenze giuridiche e disincentivato dal mettere in atto iniziative per rendere piu’ tempestive le procedure di spesa».
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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