Residui attivi dei Comuni, allarme Corte dei conti

Fonte: Il Sole 24 Ore

Una montagna di residui attivi da 33 mld accumulati dai comuni in soli quattro anni, con una riscossione misera (in media il 40%) rispetto all’enorme posta in gioco. Col risultato di lasciare sotto i tappeti ben 17,6 mld ancora da incassare. E il Sud che ancora una volta fa la parte del leone delle somme perse. È un allarme in piena regola quello lanciato ieri dalla Corte dei conti in Parlamento davanti alla bicamerale sul federalismo fiscale: un livello di smaltimento dei residui così «marcatamente basso» nei bilanci dei comuni può «nascondere un vero e proprio deficit strutturale», che che insidia la «veridicità» dei bilanci locali e naturalmente la tenuta dei conti pubblici.

Chiamata a pronunciarsi sul decreto legislativo per l’armonizzazione dei sistemi contabili di enti locali e regioni (> il documento), la Corte dei conti non ha nascosto tutte le sue perplessità sulla trasparenza dei bilanci locali. Di sicuro non sulla necessità dell’intervento all’esame delle Camere, passo necessario per la completa attuazione del pareggio di bilancio, dunque indispensabile per migliorare la trasparenza dei conti pubblici e per poter misurare il reale concorso al risanamento da parte di tutti i livelli di istituzionali governo della cosa pubblica.

Fatto sta che le cifre esposte dalla magistratura contabile hanno seminato nuovi dubbi sulla chiarezza dei bilanci locali. Proprio a partire dall’analisi della formazione e gestione dei residui attivi di parte corrente accumulati tra il 2009 e il 2012 da parte di ben 3.173 comuni esaminati. La massa complessiva di residui trascinati dagli esercizi precedenti è stata quantificata in 33,06 mld, di cui 13,4 riscossi nell’anno e oltre 17,6 ancora da incassare. Con 1.467 comuni del sud nella situazione più «critica» per oltre 9,14 mld, dei quali appena il 27,5% riscossi. Al top il Lazio (6,2 mld), la Campania (4,9) e la Sicilia (3,9). Grave, in particolare, la situazione dello smaltimento dei residui di entrate extratributarie, per le quali nel 2012 su 12,8 mld di residui ereditati, erano stati incassati appena 8 mld. «Un tasso di smaltimento marcatamente basso, considerata la rilevante entità delle somme in gioco, potrebbe nascondere un vero e proprio deficit strutturale», denuncia senza perifrasi la Corte dei conti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA