di Francesco Cerisano
Anci, Upi e governatori vedranno i ministri. Le regioni puntano a diventare hub di supporto
Tre incontri per discutere di governance e progetti
Recovery plan condiviso con gli enti locali. Dopo il primo incontro con Anci, Upi e regioni della scorsa settimana, la concertazione con le autonomie entra nel vivo oggi con la prima di una serie di tre riunioni della Conferenza unificata a cui parteciperanno i ministri dell’esecutivo Draghi coinvolti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oggi pomeriggio comuni, province e regioni incontreranno i ministri della transizione ecologica, Roberto Cingolani, dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale, Vittorio Colao, e della pubblica amministrazione Renato Brunetta. Si proseguirà domani con i ministri delle infrastrutture Enrico Giovannini e dell’istruzione Patrizio Bianchi e con le ministre del Sud e della coesione territoriale Mara Corfagna e dell’università Maria Cristina Messa. L’ultimo incontro in Unifi cata è calendarizzato per il 21 aprile quando regioni, Anci e Upi incontreranno i ministri della salute Roberto Speranza, della cultura, Dario Franceschini, del turismo Massimo Garavaglia e del lavoro Andrea Orlando. Tre incontri che serviranno a sciogliere i nodi dei progetti da fi nanziare e della governance che dovrà sovrintendere alla loro attuazione e verifi ca. Il modello organizzativo scelto dal governo per la «messa a terra» del Pnrr prevede una struttura centrale di monitoraggio presso il Mef, articolata in 5 sotto unità e affi ancata da un’unità di audit, con presìdi decentrati di monitoraggio presso i singoli ministeri che dovranno fare da trait-d’union con i soggetti attuatori (pubblici e privati) degli interventi. Questa struttura centrale di coordinamento, ha spiegato il premier Mario Draghi agli enti locali nell’incontro della settimana scorsa, dovrà supervisionare l’attuazione del piano e sarà responsabile delle richieste di pagamento alla Commissione europea. A livello locale, invece, dovranno essere istituite task force territoriali per indirizzare le amministrazioni verso investimenti che siano immediatamente cantierabili e realizzabili entro l’orizzonte temporale del Recovery Plan (2026). Ed è proprio in quest’ottica che le regioni si candidano a rivestire un ruolo strategico di hub di supporto non solo per gli enti locali del territorio ma anche per l’attività di monitoraggio dei ministeri. Il tema è stato ieri al centro di un webinar organizzato dal Recovery Lab dell’ Università Cattolica di Milano in cui regione Lombardia e Anci hanno iniziato a confrontarsi sulla governance del Pnrr. Palazzo Lombardia punta a replicare a livello regionale il modello centrale assicurando alle amministrazioni coordinamento e supervisione dei progetti ma anche avocazione e sostituzione degli enti locali nell’attuazione degli investimenti. L’obiettivo è costituire centri di competenza che svolgeranno anche funzione di raccordo tra la regione e gli enti locali. Il progetto della regione prevede infi ne il coinvolgimento degli ordini professionali a supporto delle amministrazioni. Ma per realizzare tutto ciò, ha spiegato regione Lombardia, è necessaria da subito una legge regionale con cui legittimare tale modello organizzativo e stanziare le risorse necessarie. I comuni, dal canto loro, non sono pregiudizialmente contrari a tale modello di governance ma chiedono (sono parole del presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra) «di far arrivare il più possibile le risorse ai comuni» a cominciare dal rifi nanziamento di bandi e misure già esistenti.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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