Una tra le voci d’entrata più rilevante dei bilanci dei comuni è quella relativa alla gestione e alla vendita di beni e servizi messa in atto dalle amministrazioni. Questi incassi permettono di avere una maggiore stabilità economica e contribuiscono al buon funzionamento del comune e a mantenere costante l’erogazione dei servizi. Le entrate derivanti da gestione e vendita di beni e servizi
Gli importi sono compresi all’interno del titolo terzo relativo alle entrate extra-tributarie, ovvero tutte quelle fonti di finanziamento che non derivano direttamente dalla riscossione delle tasse e delle imposte. Fanno parte di questo titolo, per esempio, le entrate per multe e sanzioni.
Questa tipologia si suddivide a sua volta in tre parti. La prima è legata alla vendita nel mercato dei beni e dei servizi da parte delle amministrazioni. Sono qui inclusi gli introiti derivati dalla vendita di beni floreali o faunistici, sanitari e le entrate relative ai mercati dei beni energetici.
Sono comprese anche le entrate legate a settori specifici in cui il comune opera, come gli incassi dalle strutture per la cura degli anziani e dei disabili, gli asili nido, i parcheggi a pagamento e molti altri servizi a pagamento per l’utente. La seconda sezione è invece dedicata agli introiti derivanti dalla gestione dei beni. Comprendono le entrate relative ai canoni per l’utilizzo e la concessione di beni di cui dispone l’ente comunale. Si tratta in di fitti, noleggi e locazioni per beni mobili e immobili. Sono inclusi anche i proventi derivanti dai diritti per lo sfruttamento di risorse naturali sul territorio di competenza delle amministrazioni.
FONTE: openbilanci – consuntivi 2020
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