Preventivi ad aprile per i Comuni in crisi

28 Marzo 2019
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La viceministra Mef Castelli chiede alla Corte dei conti un intervento sui pre-dissesti

Arriva oggi in conferenza Stato-Città una nuova modalità di rinvio dei preventivi degli enti locali: quello per gruppi. Riguarderà, a meno di sorprese, due insiemi di Comuni: quelli «interessati» dalla sentenza 18/2019 della Consulta, che ha giudicato illegittimi i ripiani trentennali dell’extra-deficit da riaccertamento straordinario negli enti in pre-dissesto, e quelli colpiti dai terremoti in Sicilia, Abruzzo e Marche. In tutto sono circa 130 Comuni: 31 del primo gruppo, gli altri del secondo. Il nuovo termine sarà il 30 aprile.

Per i Comuni terremotati il problema è l’attesa dei fondi statali, annunciati ma non ancora decisi. Più complicata, soprattutto sul piano politico, è la questione dei Comuni in pre-dissesto, che coinvolge fra gli altri Napoli e Reggio Calabria. Sul punto è intervenuta la viceministra dell’Economia Laura Castelli, con una lettera aperta alla Corte dei conti in cui chiede «un parere di orientamento» per «un’interpretazione corretta e puntuale della sentenza n. 18/2019». Come mai?

La Corte Costituzionale, nella sentenza 18/2019, ha dichiarato l’illegittimità del meccanismo che consentiva agli enti in pre-dissesto di gestire in 30 anni l’extra-deficit con la possibilità di stipulare prestiti ogni anno. Non solo. La Consulta ha invitato il legislatore a individuare una delle «diverse soluzioni che possono essere adottate» per chiudere la questione. La via maestra (Sole 24 Ore del 19 marzo) è quella del fondo di solidarietà, per finanziare un supporto ad hoc a favore dei Comuni “colpiti” dagli effetti della sentenza.

Ma quanti sono questi Comuni? Qui il problema si sposta nelle sezioni regionali. La lettura più restrittiva, in linea con l’impostazione della decisione costituzionale, limita le ricadute ai piani di riequilibrio che non hanno ancora ricevuto l’approvazione della Corte dei conti. Ma in qualche sezione, come in Calabria su Reggio, i magistrati hanno imposto il rientro negli originari 10 anni nel caso della rimodulazione di un piano già approvato. Questa impostazione allargherebbe appunto la platea ai 31 Comuni interessati ora dal rinvio dei bilanci: e la porta ad abbracciare città come Napoli e Reggio Calabria la cui caduta in dissesto, finora evitata a suon di norme tampone, sarebbe una grana politica per il governo.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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