di Francesco Cerisano
Caparini: estromessi da progetti e cronoprogrammi. Tpl tra i Lep
Gli enti: tavolo ad hoc e federalismo fiscale
Regioni estromesse dal Pnrr. Dopo l’erogazione all’Italia della prima tranche di 24,9 miliardi per la realizzazione delle opere del Recovery plan, i governatori lamentano lo scarso coinvolgimento da parte dell’esecutivo sul cronoprogramma del Piano, così come sulla messa a terra dei progetti di cui gli enti territoriali dovrebbero essere, assieme a comuni e province, «i principali soggetti attuatori». L’atto di accusa contro quello che sembra essere a tutti gli effetti un primo stallo del Piano nazionale di ripresa e resilienza arriva da Davide Caparini, assessore al bilancio di regione Lombardia e coordinatore della commissione affari finanziari della Conferenza delle regioni. In audizione assieme al presidente della Conferenza, Massimo Fedriga, in commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Caparini ha acceso un nuovo alert sullo scarso coinvolgimento degli enti locali nel Pnrr dopo l’allarme già lanciate per quanto riguarda le province dal presidente dell’Upi, Michele de Pascale (si veda ItaliaOggi del 15 settembre). «Lo abbiamo più volte denunciato a Draghi e ai ministri e lo abbiamo formalizzato in Conferenza stato-regioni: non abbiamo avuto modo di intervenire né sui cosiddetti milestone (gli obiettivi qualitativi del Recovery plan ndr) né sulla definizione dei target (gli obiettivi quantitativi)», ha osservato Caparini.
«Essendo le regioni e gli enti locali tra i soggetti attuatori del Pnrr è incredibile come, erogata la prima tranche di 24,9 mld all’Italia, le regioni non abbiano ancora contezza di quali saranno le opere di cui saremo soggetti attuatori, né del cronoprogramma”. Caparini ha rimarcato la necessità di un maggiore coinvolgimento sui progetti come condizione necessaria per una efficace programmazione, «imprescindibile per realizzare le opere nei tempi chiesti dal Recovery Plan». E per questo le regioni chiederanno un’interlocuzione diretta tra soggetti attuatori (regioni, province, comuni) e ministeri sugli interventi e sui cronoprogrammi. «Sembra che i ministeri queste informazioni le tengano chiuse nei cassetti senza volerle condividerle», lamenta l’assessore leghista. «Noi proporremo che ci si sieda intorno a un tavolo in Conferenza stato-regioni e progetto dopo progetto analizzeremo la portata e i tempi delle opere in modo da rispettare l’agenda che l’Europa ci sta dettando». E sempre nell’ottica del Pnrr, le regioni (come le province) chiedono di accelerare sul federalismo fiscale che a 12 anni di distanza dalla legge delega (n.42/2009) e a 9 anni dai primi decreti attuativi, l’Europa chiede all’Italia di portare a termine entro l’orizzonte temporale del Recovery. Ma se è possibile anche prima.
L’aggiornamento della normativa vigente, la fiscalizzazione dei trasferimenti e la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e dei fabbisogni standard regionali sono tre punti cardine della legge 42 presenti nell’agenda di attuazione del Pnrr. Per i primi due viene previsto l’orizzonte temporale del 2022 e quindi viene anticipata la previsione del legislatore nazionale che con il decreto Ristori (dl 137/2020) ha fatto slittare tutto al 2023. La definizione dei Lep e dei fabbisogni standard dovrà essere portata a termine per il 2024, ma secondo Caparini, bisogna accelerare perché «tre anni sono un lasso di tempo incredibilmente lungo nel momento in cui c’è una latenza di 12 anni dalla legge delega». Le regioni hanno fine ribadito la richiesta di inserire anche il trasporto pubblico locale tra i livelli essenziali delle prestazioni. «L’emergenza Covid ha acuito i problemi del trasporto pubblico locale che oggi non viene finanziato a sufficienza dallo Stato», ha spiegato l’assessore al bilancio di regione Lombardia. «Basti pensare che vengono erogati dallo Stato 4,9 mld sui 7 complessivi spesi dalle regioni». Di qui la richiesta che il tema venga affrontato in modo strutturale nella prossima legge di bilancio. «E’ imprescindibile, perché le società di trasporto pubblico locale hanno bisogno di certezza di risorse e solo con risorse certe le tariffe possono scendere».
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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