di Alessandro Cannelli*
IL DECRETO SEMPLIFICAZIONI, ACCANTO A NORME POSITIVE, PRESENTA LACUNE EVIDENTI
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non offre solo risorse per la ripresa economica. Ci offre una opportunità di cambiamento che dobbiamo cogliere per rimodernare le norme e regole. Dobbiamo farlo non solo per favorire una ripresa economica post pandemica più immediata ma per cominciare a dare risposte concrete ad una delle nostre debolezze strutturali. Secondo una ricerca Ocse dedicata all’Italia, le riforme più promettenti per impatto sul Pil sono quelle mirate a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione. Un risultato avvalorato anche dai dati del Global Competitiveness Report secondo cui l’Italia è un Paese complessivamente competitivo (Global Index: 31°), ma con un’inefficienza della p.a. penalizzante (Institutions pillar: 56°). La complessità regolativa penalizza il punteggio finale del Paese e fa percepire una p.a italiana lontana dalle esigenze di certezza, efficienza e rapidità.
La riforma della pubblica amministrazione, la semplificazione normativa e la percezione del livello di efficienza rappresentano facce della stessa medaglia. Il Pnrr evidenzia come la causa dell’eccessiva burocratizzazione nasca da una eccessiva proliferazione e articolazione di norme che si sovrappongono e, non di rado, si contraddicono. Un peso per i cittadini e le imprese. Una sottrazione di tempo e risorse all’attività economica. Un ostacolo alla capacità di realizzare gli investimenti, sia pubblici sia privati, da parte del sistema-Paese. Altro aspetto non meno rilevante, strettamente legato alla semplificazione, è il fatto che la moltiplicazione dei fenomeni corruttivi trovi alimento proprio nell’eccesso e nella complicazione delle leggi. Al riguardo, il Pnrr prevede l’introduzione di un’unica piattaforma per la trasparenza amministrativa ed un unico accesso alle informazioni pubbliche. Il decreto Semplificazioni, accanto ad innovazioni positive, presenta lacune evidenti.
Esso definisce un impianto normativo prevalentemente settoriale: si concentra cioè su semplificazioni di singoli procedimenti relativi a investimenti in determinati ambiti d’intervento noti. Scarsi sono invece gli interventi di sull’ordinaria disciplina del procedimento amministrativo, della conferenza dei servizi o dell’attuale disciplina delle procedure in materia di autorizzazioni paesaggistiche, edilizia e rigenerazione urbana. Il rischio per i comuni è essere responsabili, frenati dalle stesse norme statali, della mancata realizzazione delle opere. Senza un intervento deciso sulle procedure e un rafforzamento delle amministrazioni pubbliche locali il Paese rischia di perdere l’occasione di sfruttare le risorse disponibili per dare avvio a una nuova stagione di crescita sostenibile e di benessere collettivo. I comuni saranno essenziali nell’attuazione del Pnrr. Vanno messi in condizione di lavorare al meglio. Regole chiare, stabili e coerenti sono il primo passo.
*Presidente di Ifel e responsabile finanza locale Anci
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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