Recovery plan
L’aumento dal 10% attuale per evitare crisi di liquidità degli enti locali attuatori
Le anticipazioni di liquidità per i progetti del Pnrr possono arrivare al 30% del costo dell’opera, per evitare che gli enti locali attuatori finiscano in crisi di liquidità di fronte alle richieste delle imprese che non possono essere soddisfatte con il 10% previsto dal fondo collegato al Recovery. Per ottenere gli anticipi, i progetti dovranno essere caricati sulla piattaforma Regis .
Le anticipazioni di liquidità per i progetti del Pnrr possono arrivare al 30% del costo dell’opera, per evitare il rischio di crisi di liquidità da parte dei soggetti attuatori che si vedono chiedere dalle imprese queste somme mentre il fondo collegato al Recovery assegna solo il 10 per cento.
Il ministero dell’Economia va incontro alle richieste pressanti arrivate in particolare dagli enti locali alle prese con le difficoltà attuative degli investimenti del Piano. E nella circolare 19/2023 firmata ieri dal Ragioniere generale dello Stato stringe anche i bulloni del Regis, la piattaforma telematica che dovrebbe censire in tempo reale tutti i movimenti della variegatissima architettura del Recovery italiano e che invece secondo quanto denunciato dai sindaci nell’audizione sul Def trascura oggi almeno 18mila progetti già avviati dagli enti locali. La circolare dà 15 giorni di tempo ai ministeri, soggetti «titolari» degli interventi di cui gli enti territoriali sono «attuatori» per chiudere i buchi. Sempre entro 15 giorni, poi, gli attuatori, quindi le Pa centrali e locali impegnati in uno degli oltre 150mila interventi avviati per il Pnrr, saranno abilitati a operare direttamente sulla piattaforma.
Mentre l’Unificata di ieri ha dato il via libera agli incentivi per l’aggregazione dei servizi pubblici, altro adempimento Pnrr, la circolare della Ragioneria entra nel vivo del capitolo oggi più caldo del Piano, quello legato all’affanno nell’attuazione degli investimenti che vede proprio gli enti territoriali finire inevitabilmente sotto i riflettori. Nella sua informativa di mercoledì alle Camere il ministro Raffaele Fitto ha citato gli asili nido fra i filoni più in difficoltà, accendendo il malumore dei sindaci che invece imputano ai ministeri le cause principali dei ritardi. Fra i due temi più critici lamentati dai sindaci ci sono esattamente gli inciampi nella gestione della liquidità e i buchi del Regis, cioè gli argomenti al centro della circolare.
Le due questioni sono collegate, perché l’assenza nel Regis rischia di bloccare gli anticipi. Sul punto, la circolare precisa che «per poter beneficiare delle anticipazioni» destinate ai nuovi progetti del Pnrr «non è richiesto il caricamento sul sistema Regis di alcun documento giustificativo di spesa», e che quindi «l’unico requisito è che il progetto sia censito» nella piattaforma. La semplificazione, sotto forma di istruzioni prima di tutto per i ministeri titolari degli interventi, è importante, perché promette di accelerare il flusso delle anticipazioni indispensabili a far partire i lavori senza gonfiare i ritardi nei pagamenti alle imprese.
La norma del Codice appalti permette alle imprese di chiedere in anticipo fino al 30%; se il sostegno del fondo rotativo del Piano si ferma al 10%, hanno sostenuto i sindaci, si crea un buco del 20% a carico del soggetto attuatore che nei casi di gravi difficoltà di cassa, frequenti soprattutto a Sud dove si concentrano le risorse del Recovery, può portare il Comune o la Provincia sull’orlo di un paradossale “dissesto da Pnrr”. Rischio superabile con le nuove istruzioni della Ragioneria, che rispondendo a una richiesta dei sindaci chiedono ai ministeri titolari degli interventi del Piano di pubblicare entro 30 giorni i manuali tecnico-operativi con gli obblighi per i soggetti attuatori prevedendo «modalità semplificate per l’erogazione delle anticipazioni».
* Articolo integrale pubblicato sul Ilsole24ore del 28 aprile 2023.
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