Patto di stabilità, sconto da 1,25 miliardi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Cresce lo “sconto” sul patto per gli enti locali. Un sub-emendamento dei relatori alla legge di stabilità ha aumentato da 850 milioni a 1,25 miliardi l’allentamento complessivo per Comuni e Province. Ma non abbastanza secondo i sindaci, che hanno rilanciato la loro minaccia di dimissioni in blocco. Un braccio di ferro che è andato avanti in commissione Bilancio fino a notte inoltrata. Eppure nel tardo pomeriggio il punto d’incontro sugli enti locali tra il Governo e la sua ormai ex maggioranza sembrava essere stato trovato su un testo predisposto da Paolo Tancredi (Pdl) e Giovanni Legnini (Pd) e vidimato dalla Ragioneria generale dello Stato. Non c’è stata alcuna apertura, come immaginato invece nei giorni scorsi, al piano dell’Ambiente per un allentamento delle spese destinate a contrastare il dissesto idrogeologico, ma solo una versione 2.0 della proposta di modifica elaborata sabato (su cui si veda Il Sole-24 Ore del 16 dicembre) dagli stessi relatori al fine di rivedere al rialzo una delle sue due aree d’intervento: l’ampliamento della loro flessibilità finanziaria. L’asticella che era stata fissata sabato a 150 milioni per le Province e 450 per i Comuni è stata portata da Governo e senatori, rispettivamente, a 200 e 600 milioni. Senza intaccare però il meccanismo originario. La cosiddetta liberazione di spazi finanziari viene quantificata su base regionale e per tipologia di ente locale ma saranno poi i singoli governatori a ripartirla tra le amministrazioni presenti sul loro territorio che potranno usarla per sbloccare dei pagamenti in conto capitale. Lo stesso sub-emendamento ha aggiunto poi due nuovi benefici. Destinando 180 milioni ai piccoli municipi, sotto i 5.000 abitanti, e altri 20 milioni a quei Comuni che hanno adottato il bilancio sperimentale. Immutato invece a 250 milioni lo “sconto” sui tagli imposti ai sindaci dalla spending di luglio. Il restyling del tandem Tancredi-Legnini ha interessato anche le coperture. Ai fondi iscritti sulla contabilità speciale 1778 “Agenzia delle entrate – fondi di bilancio”, che sarebbe destinata al pagamento dei rimborsi fiscali alle imprese ma che è ormai divenuta una sorta di bancomat per tutte le recenti manovre degli ultimi Governi, è stata aggiunta la riapertura dei termini sulla rivalutazione di partecipazioni e terreni. Più nel dettaglio la rideterminazione dei valori di acquisto varrà per le partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati e i terreni edificabili oppure con destinazione agricola posseduti non più al 1 luglio 2011, bensì al 1 gennaio 2013. Contemporaneamente slitta di 12 mesi la deadline del 30 giugno 2012 per il pagamento dell’imposta sostitutiva del 4% sul valore di acquisto del bene. E ci sarà tempo fino al 30 giugno 2013 anche per la redazione e il giuramento della perizia che ne testimonia il valore. Le proposte dei relatori non hanno soddisfatto fino in fondo l’Anci che ha chiesto di raddoppiare lo sconto sui tagli della spending. A cui poi in serata si è associata l’Upi che a sua volta ha chiesto di rivedere la stretta della spending sulle Province. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha tuonato: «O si riducono i tagli ai Comuni, almeno di 500 milioni di euro o tutti noi sindaci saremo costretti a dimetterci in massa». Il primo cittadino della capitale ha infatti spiegato che «l’allentamento del patto di stabilità è inutile per i Comuni se non aumenta la riduzione dei tagli». Dedicando il suo ultimo pensiero al congelamento per un anno sia del riordino delle Province sia della nascita delle Città metropolitane. Un tema su cui i sindaci hanno inviato una lettera formale di protesta al Governo. Ma è sull’ammontare dei tagli che lo scontro tra amministratori locali e Governo ha raggiunto il suo apice. Gli effetti si sono fatti sentire anche sui lavori della commissione Bilancio che in serata sono stati nuovamente sospesi per valutare la possibilità di andare incontro alle richieste dei primi cittadini. «Stiamo lavorando sulla partita dei Comuni per verificare se sia possibile un ulteriore miglioramento delle misure nel senso indicato dall’Anci», ha confermato Legnini. Fino a tarda sera però una soluzione definitiva non era stata ancora individuata. Con effetti che potrebbero però farsi sentire sul calendario non solo dei lavori ma anche dell’aula. La trattativa sul patto di stabilità è andata avanti nella notte e potrebbe proseguire anche stamattina. Quando però il testo della legge di stabilità sarebbe dovuto già arrivare in aula a Palazzo Madama.

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