PagoPa, partenza in salita

ItaliaOggi
5 Marzo 2021
Modifica zoom
100%

Dal 1° marzo il nuovo sistema è il canale esclusivo per i versamenti. Ma stenta a decollare
Commissioni alte, gestionali disconnessi, app IO in ritardo
Partenza in salita per i pagamenti digitalizzati della pubblica amministrazione. Oltre al ritardo degli enti periferici nell’attivare il canale PagoPa, si stanno verifi cando rallentamenti anche da parte dell’infrastruttura centrale. In teoria, dal 1° marzo PagoPa dovrebbe rappresentare il canale pressoché esclusivo per i versamenti (a parte quelli in contanti presso il tesoriere e i modelli F24), ma quasi ovunque restano in uso anche i canali più tradizionali (dal bonifi co al Mav passando per i bollettini postali). Del resto, un avvio graduale era inevitabile, dal momento che si tratta di modifi care abitudini consolidate non solo dei creditori, ma degli stessi debitori (cittadini e imprese). Nessuna norma, invero, impone ai tesorieri di non accettare pagamenti che esulino dal PagoPa. E la stessa Antitrust qualche mese fa è intervenuta a depotenziarne la portata, ammettendo la possibilità di sistemi di pagamento alternativi come la domiciliazione bancaria. In molte realtà, quindi, il canale è attivo, ma al momento assai poco utilizzato, anche perché non sempre risulta competitivo dal punto di vista dei costi. In alcuni casi, infatti, le commissioni richieste dagli intermediari sono più alte di quelle riguardanti gli altri sistemi di pagamento. Esiste poi un grosso problema di dialogo fra PagoPa e i i vari gestionali degli enti, che spesso fanno fatica a dialogare fra di loro. Un discorso a parte merita invece l’app Io, sulla quale dovrebbero convergere anche i pagamenti veicolati dal PagoPa. Il condizionale è d’obbligo, perche al momento un avviso sulla home page avverte che potrebbero verificarsi dei disservizi. In particolare, l’app informa di essere in fase di aggiornamento proprio in relazione al PagoPa per implementare i nuovi requisiti previsti dalla Direttiva sui servizi di pagamento (conosciuta come Psd2), che dovrebbe rendere ancora più sicure le transazioni online. Il risultato è però che ad oggi i servizi già in essere non sono disponibili e non è possibile attivarne di nuovi. Ricordiamo che sul tema della digitalizzazione è operativo anche il fondo per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, istituito con il decreto Rilancio e gestito dal ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, PagoPa spa, in convenzione con il Dipartimento per la trasformazione digitale, l’Agenzia per l’italia digitale (AgID) e l’Istituto Poligrafi co e Zecca dello Stato. È prevista l’assegnazione di contributi ai comuni che sono chiamati a espletare le attività necessarie per rendere accessibili i propri servizi attraverso Spid (Sistema pubblico di identità digitale) e Cie (Carta d’identità elettronica), portare a completamento il processo di migrazione dei propri servizi di incasso verso la piattaforma PagoPa e rendere fruibili ai cittadini i propri servizi digitali tramite l’app Io. Anche in tal caso, il primo step era da completare entro il 28 febbraio attivando almeno 2 servizi aggiuntivi PagoPa (o 1 in caso di prima adesione) rispetto alla data del 15 dicembre 2020, almeno 1 servizio sulla app Io e almeno 1 servizio a mezzo Spid. Sono stati oltre 5.500 i comuni che hanno richiesto di accedere ed a breve potrebbero ottenere il primo acconto pari al 20%.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento