Nuovo faro della Commissione europea sul problema dei pagamenti, ma questa volta con possibilità di segnalare eventuali criticità delle norme vigenti dell’Ue. I portatori di interessi possono farlo fino al prossimo 17 marzo e l’Anci invita i sindacia trasmettere le proprie osservazioni (si veda altro pezzo a pag.37) N
Le performance dei comuni su questo fronte sono nettamente migliorate visto che bel triennio 2019-2021 il ritardo degli enti locali è passato da 18 a 5 giorni con l’obiettivo di arrivare al 31 dicembre 2023 con un ritardo medio nei tempi di pagamento pari a zero. Permangono ancora problemi circa le richieste avanzate da alcune società di factoring all’indomani dell’acquisto dei crediti vantati verso gli enti e ceduti da distributori di luce o di gas. Tra i vari profili di criticità emersi, preoccupa la richiesta dei costi di recupero del credito (importo forfetario di 40 euro ex art. 6 comma 2 del dlgs 231/2002) che i distributori applicano al singolo documento commerciale trasmesso. Gli enti ricevono oggi moltissime fatture per la spesa energetica (fatturazione per “punto luce”, anticipi, saldi, conguagli, fatture infinitesimali difficilmente comprensibili)e la richiesta del costo forfetario di recupero è moltiplicata per la moltitudine di fatture di importo minimo, nullo e perfino negativo (note di credito), risultando nei fatti sproporzionata rispetto al dovuto per il servizio erogato, eventualmente pagato in ritardo. Attraverso l’invito della Commissione europea (chiamato “Di’ la tua sui ritardi di pagamento”) gli enti locali possono ora segnalare direttamente al legislatore comunitario tutte le problematiche relative alle richieste di pagamento ricevute dai cessionari, sottolineando, in particolare, le criticità attuative collegate alle previsioni vigenti in materia di costi di recupero del credito (ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 1 della direttiva 2011/7/Ue).
* Articolo integrale pubblicato sul Italiaoggi del 17 marzo 2022.
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