di FRANCESCO CERISANO (ItaliaOggi, 30/12/2023)
Il rinvio, molto atteso dai comuni, ha trovato posto in extremis nel dl Milleproroghe
Fondo anticipazioni liquidità da non accantonare nel ’24
Una boccata d’ossigeno in extremis per gli enti in dissesto. Arriva dall’ultima versione del decreto legge Milleproroghe, approvato giovedì dal consiglio dei ministri, la buona notizia tanto attesa dai comuni con i conti in rosso che anche per il prossimo anno saranno liberati dal fardello rappresentato dall’obbligo di accantonamento in bilancio del Fondo anticipazioni di liquidità (Fal). Se ne riparlerà nel 2025, a meno di un nuovo rinvio. Mentre sullo sfondo resta sempre l’auspicio che il 2024 possa essere l’anno buono per una revisione profonda delle norme sulle crisi finanziarie comunali. Intanto però la proroga, inserita al fotofinish nel decreto di fine anno, mette a posto le cose, liberando gli enti in dissesto dal peso del Fal. Un peso insopportabile in particolare per un centinaio di enti che hanno acquisito in tempi lontani quote significative di liquidità finalizzata al pagamento di debiti commerciali pregressi e che per effetto di una norma del decreto aiuti bis del 2022 (art.16 del dl n.115 del 9 agosto 2022) sono tenuti, oltre che al pagamento delle rate semestrali di restituzione, all’obbligo di accantonamento della parte non ancora pagata a titolo di Fondo anticipazioni liquidità. L’Anci ha sempre contrastato tale norma, chiedendo la sospensione del nuovo obbligo in attesa della riforma delle crisi finanziarie locali. Una riforma, secondo le stime dell’Associazione dei comuni, che interesserebbe 500 comuni per oltre 8 milioni di abitanti.A impegnarsi in prima persona per un rinvio dell’obbligo al 2025 era stato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi che aveva dato come certo lo slittamento dal palco dell’assemblea Anci di Genova (“i comuni non devono morire di contabilità”, aveva detto in quella sede il numero uno del Viminale), annunciando il parere favorevole del governo a un emendamento in tal senso presentato dall’Anci al decreto legge n.132/2023 (“Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali”). Tuttavia, nonostante l’endorsement esplicito del ministro dell’interno, l’emendamento non è stato recepito nel testo definitivo del dl convertito nella legge n. 170/2023 con buona pace dei comuni in dissesto che dal 2024 si sarebbero ritrovati a dover iscrivere a bilancio il Fal subendo un ulteriore aggravamento contabile perché tali enti, come detto, non hanno margini per assorbire l’aggravio costituito da una quota di ammortamento (spesso di rilevanti dimensioni) del disavanzo connesso alle anticipazioni. Altre proroghe di interesse del Viminale Il decreto legge proroga al 31 dicembre 2024 il termine per l’attuazione dell’obbligo associativo dei comuni per lo svolgimento delle funzioni fondamentali.E prevede la possibilità di applicare fino a fine 2024 le procedure semplificate per l’accesso alla carriera di segretario comunale e provinciale disciplinate dal decreto-legge 104/2020 per il triennio 2020-2022 Locazioni passive degli enti pubblici Come da tradizione in uso da oltre un decennio, il Milleprororoghe 2023 allunga di un anno, fino al 31 dicembre 2024, il divieto di aggiornamento dei canoni per le locazioni passive degli enti pubblici, introdotto per la prima volta dal Governo Monti nel 2012.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 30 dicembre 2024.
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