Nuovi controlli sulle partecipate: istruzioni dell’Anci 

il Sole24ore
13 Novembre 2023
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di STEFANO POZZOLI (Il Sole 24 Ore – 13/11/2023)
Sarà presentato domani un nuovo quaderno operativo che farà chiarezza su una delle scadenze più intricate di fine anno, la ricognizione sulla gestione dei servizi pubblici locali.
Tra le scadenze più intricate di fine anno c’è la nuova ricognizione sulla gestione dei servizi pubblici locali. Sul tema Anci ha elaborato un nuovo quaderno operativo, che sarà presentato domani in un webinar sul tema.
Si tratta di una pubblicazione tempestiva e opportuna, visto che la ricognizione va adottata «contestualmente» alla razionalizzazione periodica delle partecipate (ex articolo 20 Tusp), quindi entro il 31 dicembre, e che la norma del decreto di riordino, già in prima applicazione, sta suscitando molti dubbi applicativi (Sole 24 Ore del 23 ottobre). Da qui la necessità di indicazioni istituzionali e pratiche al tempo stesso, per dare una guida ai Comuni sopra i 5mila abitanti, primi destinatari della norma che riguarda però anche «le Città metropolitane, le Province e gli altri enti competenti, in relazione al proprio ambito o bacino del servizio», ove abbiano affidato dei servizi pubblici locali.
Secondo Anci la ricognizione riguarda i soli servizi affidati dall’ente che redige la relazione e non quelli che altri abbiano affidato sul medesimo territorio: sarà l’ente d’ambito, in altre parole, a doversi preoccupare di rispettare l’adempimento sui servizi di propria competenza.
Trattandosi di «ogni servizio affidato», il riferimento è ai soli servizi esternalizzati e non si estende ai servizi in economia, «in quanto trattasi di servizi sottratti al mercato perché erogati direttamente dall’ente locale».
Un’altra questione riguarda il tema, delicato, dei servizi da comprendere nella ricognizione, che «va effettuata per tutti i servizi pubblici locali a rilevanza economica affidati, anche se non siano stati già predisposti gli indicatori ex articoli 7 o 8 del Dlgs 201/2022»; vi rientrano sia i servizi dati in concessione sia in appalto, e ovviamente, tutti i servizi in house e soprasoglia affidati senza gara.
«Deve, in ogni caso, essere l’ente locale a verificare quali servizi erogati ai cittadini rientrino nel novero dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, tenendo conto anche dell’onere dell’adempimento». Da qui anche una nota polemica nei confronti di Anac, che nel Manuale utente sulla trasparenza dei servizi locali dà un’interpretazione estensiva del concetto di servizio pubblico locale, al punto che, se presa alla lettera, svuoterebbe il significato dell’articolo 7 del Codice appalti (semplificazioni per i servizi strumentali), oltre a contrastare con la giurisprudenza amministrativa sulla classificazione dei servizi.
Si vedrà ora se quanto previsto si dimostrerà solo l’ennesimo appesantimento burocratico o qualcosa di più. Certo lascia perplessi il fatto che il tutto non rientri nella relazione che già i Comuni devono predisporre sulle partecipate (articolo 20 Tusp) che confluisce nella banca dati congiunta Mef e Corte dei conti.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 13 novembre 2023.

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