Nuovi canoni di concessione, regolamento entro fine anno

il sole24ore
15 Settembre 2020
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Sostituirà la tassa sulle aree pubbliche e dell’imposta pubblicità
Dal 2021 il canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, è istituito dai Comuni, dalle Province e dalle Città metropolitane, e sostituisce:
1) la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche;

2) il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche;

3) l’imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni;

4) il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari;

5) il canone di cui all’articolo 27 del Codice della strada, limitatamente alle strade di pertinenza dei Comuni e delle Province.

Il canone è comunque comprensivo di qualunque canone ricognitorio o concessorio previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali e provinciali, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi.

Il regolamento comunale

È quanto previsto dalla legge di Bilancio 2020 (legge 27 dicembre 2019, n.160), oltre ad altre disposizioni che comunque devono essere attuate con specifiche previsioni regolamentari, come le procedure di rilascio delle concessioni, gli impianti autorizzabili, le esenzioni e riduzioni, le sanzioni, e tanto altro.

Di rinvii del nuovo canone, che comunque avrebbe bisogno di modifiche normative oltre a quelle già apportate, non se ne parla.

I Comuni dovranno, quindi, iniziare a lavorare al regolamento comunale, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre 2020.

Per arrivare puntuali, considerando i tempi della burocrazia comunale e comunque la necessità di scrivere un regolamento comunale totalmente nuovo, con diversi nodi interpretativi da risolvere, occorre partire al massimo entro fine settembre.

Ma si corre comunque il rischio di lavorare avendo a riferimento un quadro normativo che potrebbe significativamente modificarsi.

I prelievi soppressi

Occorre considerare che il nuovo canone non attua un semplice accorpamento dei prelievi soppressi, ma realizza anche una modifica dei presupposti.

Così, ad esempio, per la Tosap/Cosap era possibile assoggettare le occupazioni realizzate su tratti di aree private sui cui è stata costituita una servitù di pubblico passaggio.

Si immagini alle occupazioni dei centri storici all’interno di gallerie o portici di proprietà privata. Col nuovo canone queste occupazioni non sono più assoggettabili.

Stesso discorso per la componente pubblicità. Rispetto a oggi non saranno più assoggettabili le pubblicità realizzate con volantini, mezzi sonori, e in generale tutto quello che oggi non è soggetto ad un prelievo per metro quadrato.

Queste modifiche determineranno inevitabilmente degli aumenti di prelievo, perché quanto meno il nuovo canone dovrà essere disciplinato dagli enti in modo da assicurare un gettito pari a quello conseguito dai canoni e dai tributi soppressi.

Anzi, per le Province ci sarà di sicuro una perdita di gettito, in quanto l’applicazione del canone dovuto per la diffusione dei messaggi pubblicitari esclude l’applicazione del canone dovuto per le occupazioni, cumulabilità invece considerata legittima da costante giurisprudenza di legittimità, in ragione della diversità dei due prelievi.

La perdita si avrà per gli impianti pubblicitari che insistono sulle strade provinciali, dove fino a oggi è stata pagata la Tosap/Cosap alla Provincia e la pubblicità al Comune.

La natura patrimoniale

Peraltro, non si può non osservare che il nuovo canone nasce già con un fardello pesante, in quanto ha come presupposto sia l’occupazione del suolo pubblico che la diffusione di messaggi pubblicitari, ed è qualificato come entrata di natura patrimoniale.

Tuttavia, in passato, la natura di entrata patrimoniale del Cosap è stata confermata dalla Corte costituzionale (sentenza 64/2008), ma altrettanto non è accaduto per il canone di installazione dei mezzi pubblicitari, che pur qualificato come patrimoniale dal Mef (circolare 256/E/98) è stato considerato come canone avente natura tributaria (sentenze 218/2009 e 18/2010).

Il canone mercatale

Infine, sempre nel 2021, dovrà essere istituito, dai Comuni e dalle città metropolitane, il canone di concessione per l’occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile, destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate.

Il nuovo canone mercatale sostituisce non solo la Tosap/Cosap, ma anche la Tari, compresa la Tari corrispettiva.

Infine, è previsto che il canone mercatale sia riscosso unicamente utilizzando il sistema Pago Pa, il che potrebbe creare qualche problema per chi fa occupazione alla spunta alle sei di mattino.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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