Mef, imminente un decreto sulla ristrutturazione dei mutui degli enti locali

In merito alla ristrutturazione  dei mutui degli enti locali e ai tempi di emanazione del dpcm per la costituzione di una unità di coordinamento cui spettano compiti di  monitoraggio delle attività di coordinamento nei confronti degli enti locali si comunica che esso è già stato adottato dal presidente del Consiglio dei ministri e registrato dalla  Corte dei conti.

11 Aprile 2022
Modifica zoom
100%

“In merito alla ristrutturazione  dei mutui degli enti locali e ai tempi di emanazione del dpcm per la costituzione di una unità di coordinamento cui spettano compiti di  monitoraggio delle attività di coordinamento nei confronti degli enti locali si comunica che esso è già stato adottato dal presidente del Consiglio dei ministri e registrato dalla  Corte dei conti. Inoltre, è stato designato a presiedere l’unità di  coordinamento il dottor Alessandro Beltrami, attuale commissario straordinario per la gestione del piano di rientro del debito pregresso del Comune di Roma, mentre gli altri membri (tre del   ministero dell’Economia e delle finanze, uno ciascuno del ministero  dell’Interno, del dipartimento degli Affari regionali e delle  autonomie presso la presidenza del Consiglio, dell’Anci, dell’Upi e della Conferenza delle regioni e province autonome) non sono ancora  stati nominati dagli organi di vertice di tali istituzioni”. Lo ha dichiarato il Viceministro all’Economia, Laura  Castelli, in commissione Bilancio alla Camera, in risposta a un’interrogazione.

In tempi brevi verrà, quindi,  insediata l’Unità di coordinamento e, subito dopo tale insediamento,  “ritenendosi opportuno che il testo finale venga predisposto con il  supporto della citata Unità di coordinamento” si provvederà alla  stesura definitiva del decreto attuativo, di competenza del ministero  dell’Economia e delle finanze. Riguardo al decreto ministeriale attuativo, si deve far presente – ha spiegato Castelli – che dalle attività preparatorie avviate è emersa la complessità dello stesso, sia sotto il profilo tecnico e sia sotto il profilo quantitativo, dato che il numero di operazioni potenzialmente impattate è di diverse decine di migliaia di posizioni, sebbene si sia cercato di individuare le criticità  più rilevanti dello stesso e le possibili soluzioni da adottare, ha  aggiunto il Viceministro.

“Occorre ricordare – ha proseguito – che la misura  dell’accollo e rinegoziazione dei mutui nasceva dall’intendimento di alleviare il peso degli oneri finanziari per enti locali, oltrechè  delle Regioni, in un momento successivo. Fermi restando gli obblighi degli enti locali in ordine al versamento delle quote capitale secondo il piano di ammortamento originario, ci si proponeva di poter negoziare con il sistema bancario-finanziario una riduzione degli oneri per interessi sulla base del superiore merito di credito, e quindi della minore rischiosità dello Stato rispetto agli enti stessi, oltre che sui benefici di carattere amministrativo derivanti  ad alcuni istituti di credito dalla possibilità di ridurre significativamente il numero di prestiti verso una pluralità di Enti  (nel momento in cui questi sarebbero stati accollati dallo Stato), ha  affermato Castelli. Dalle indagini effettuate è emerso, tuttavia,  che il beneficio che sarebbe stato possibile retrocedere potenzialmente agli enti stessi, per la motivazione delineata del diverso merito creditizio e della semplificazione amministrativa, sarebbe stato di entità non particolarmente significativa. Si sono, quindi, cercate altre soluzioni per consentire di alleviare in misura  rilevante o più rilevante il peso degli oneri finanziari per gli  enti locali, e si è identificato nella trasformazione delle scadenze una possibile modalità per raggiungere questo risultato. Si e’ visto, in particolare, che, ferma restando la  corresponsione delle quote capitale da parte degli enti alle scadenze previste per i mutui originari, un impegno da parte dello Stato nei  confronti del sistema bancario-finanziario posposto nel tempo,  rispetto al profilo delle scadenze dei mutui originari, avrebbe   potuto generare un vantaggio finanziario da potersi riconoscere agli  enti stessi”, ha poi concluso Castelli.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento