di PATRIZIA RUFFINI (Il Sole 24 Ore, 05/02/2024)
Oltre la metà dei Comuni ha risposto positivamente alla sfida della riforma finalizzata all’approvazione dei bilanci locali prima dell’inizio dell’esercizio.
Come anticipato sul Sole 24 Ore del 26 gennaio, i dati del portale OpenBdap indicano che il 54% delle amministrazioni ha approvato il bilancio di previsione 2024-26 in Consiglio comunale e lo ha già inviato alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche (4.251 su 7901 Comuni totali). Dopo il braccio di ferro fra sindaci e governo sul Dm 25 luglio 2023, il primo anno di applicazione della riforma mostra numeri ottimi: i Comuni stanno effettivamente lavorando per migliorare il processo di formazione del bilancio di previsione.
I numeri sono molto incoraggianti considerando che, l’anno precedente alla riforma, costruita alla Ragioneria e difesa dalla sottosegretaria al Mef Sandra Savino, erano solo 1.600 i Comuni con il preventivo varato dal Consiglio al 31 dicembre dell’anno prima. Approvare un bilancio che si riferisce a un intero anno ha il pregio – per amministratori e cittadini – di non dover gestire secondo le limitazioni per dodicesimi dell’esercizio provvisorio e di sbloccare gli investimenti.
Ma la risposta non è uniforme sul territorio nazionale, e mostra un’Italia spaccata in due: nelle regioni del Nord e dell’alto Centro, due Comuni su tre hanno già deliberato in Consiglio il preventivo 2024; nel resto del Paese invece ciò accade solo per un Comune su quattro. Considerando l’approvazione del bilancio come parametro di virtuosità, la prima Regione nella classifica è il Trentino-Alto Adige, con il 78% dei Comuni adempienti, seguita dall’Emilia-Romagna con il 77 % e dal Veneto con il 74 per cento. I Comuni più distanti sono quelli della Regione Sicilia, dove la riforma è stata colta solo dal 10% degli enti, seguita dalla Calabria con una percentuale di risposta dell’11% e dalla Campania con un riscontro del 20 per cento.
Se si abbracciano nell’analisi anche i bilanci in itinere, approvati dalla Giunta (il cui invio alla Bdap è facoltativo), a fine gennaio risultano ben oltre 5mila enti con bilancio, pari al 65% del totale. Nelle regioni del Centro Nord, addirittura il 69% delle amministrazioni comunali dispone di un bilancio approvato dal Consiglio o dalla Giunta.
A sorpresa, l’analisi dimensionale dei Comuni che hanno approvato il bilancio in Consiglio mostra invece una risposta senza grandi differenze fra piccoli e grandi. Quasi la metà degli enti con meno di mille abitanti, pur essendo i più fragili e con organico ridotto, hanno già approvato il bilancio; distribuzione che si mantiene più o meno omogenea nelle altre fasce.
I numerosi Comuni che non hanno approvato il documento, non sembrano essere condizionati dalla dimensione demografica ma piuttosto dal contesto socio-economico; una delle maggiori cause del ritardo infatti, potrebbe riguardare gli equilibri finanziari fragili e precari. Per questi enti è possibile che il cosiddetto bilancio tecnico, predisposto dal responsabile finanziario, presenti problemi di squilibrio tra entrate e uscite di non facile soluzione, soprattutto nelle realtà dove si andrà al rinnovo dell’amministrazione (ben 3.700 Comuni).
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
* Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore del 06 febbraio 2024.
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