L’errata contabilizzazione della TARI e dell’IMU travolge la correttezza del calcolo del Fondo crediti

In sede di verifica i giudici contabili hanno approfondito i rilievi evidenziati dall’organo di revisione contabile sulla corretta contabilizzazione di alcun entrate.

23 Maggio 2022
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Il revisore ha indicato nel questionario la non corretta contabilizzazione della TARI e, in particolare, il mancato riallineamento delle rateizzazioni con i valori a bilancio, oltre al disallineamento tra accertamenti IMU e valori a bilancio. A seguito di verifica la Corte dei conti per le Marche (deliberazione n.62/2022) evidenzia come tali errori hanno una diretta incidenza sulla corretta quantificazione dell’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità.

La verifica

In sede di verifica i giudici contabili marchigiani hanno approfondito i rilievi evidenziati dall’organo di revisione contabile sulla corretta contabilizzazione di alcun entrate. In particolare, in merito alla TARI, risulterebbero accertamenti nel corso dell’ultimo quinquennio, dovuti a dire dell’ente alla difficoltà del recupero dai cittadini in difficoltà, disallineati a causa della concessione di rateizzazioni in favore dei contribuenti morosi per i periodi d’imposta del medesimo quinquennio.

In risposta l’ente ha riferito che, pur a fronte di queste rateizzazioni, concesse a norma di legge su istanza stessa dei contribuenti, si registra “una sostanziale e lineare riscossione del rateizzato nel rispetto delle scadenze accordate”.

Altra posta oggetto di errata imputazione è rappresentata dall’accertamento di entrate derivanti dal “recupero evasione altri tributi”, riguardanti avvisi di accertamento IMU e TASI relativi a tributi non pagati negli anni precedenti. Tale disallineamento, ha precisato l’ente locale, è dovuto ad un valore di emissione di titoli di accertamento superiori a quelli indicati in bilancio che, al fine di evitare possibili perdite future per mancati incassi, è stato scelto prudenzialmente di non aumentarlo rispetto al valore inizialmente previsto in sede di redazione del bilancio. In altri termini, secondo il Collegio contabile, l’Ente avrebbe accertato tali entrate per un ammontare discrezionalmente quantificato, anziché per l’intero importo dei crediti quantificati negli avvisi di accertamento tributari effettivamente emessi.

Le indicazioni del Collegio contabile

Secondo i giudici contabili, il disallineamento dei valori contabili, unitamente alla loro non corretta contabilizzazione secondo i principi della contabilità armonizzata, avrebbe riflessi diretti anche sulla corretta quantificazione dell’accantonamento del Fondo rischi di dubbia esigibilità che sarebbe allineato su valori inferiori a quelli reali.

In ragione delle citate errate rilevazioni contabili delle entrate, il Collegio ha rilevato una alterazione delle modalità di calcolo del FCDE.

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