Il Pnrr si incaglia su Regis

Italiaoggi
28 Aprile 2023
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di MATTEO BARBERO (ItaliaOggi – 28/04/2023) – In collaborazione con Mimesi s.r.l

Dall’Anci in audizione sul Def grido d’allarme sulle criticità dell’applicativo informatico
Il sistema attivato da circa un anno ancora pieno di buchi
Peri sindaci il Piano nazionale di ripresa e resilienza rischia di incagliarsi su Regis. Il grido d’allarme sulle criticità dell’applicativo informatico nato per accompagnare il complesso processo di monitoraggio e rendicontazione del Piano arriva dall’Anci, che nella recente audizione sul Documento di economia e finanza 2023 ha chiesto alle amministrazioni centrali uno scatto di reni per correggere rapidamente la rotta. In effetti, l’associazione ha recentemente segnalato molte e circostanziate disfunzioni del sistema, che dovrebbe contenere tutti i progetti finanziati e i relativi stati di avanzamento. Ma così non è, secondo Anci, che al contrario avverte come sia pericoloso basare discussioni e analisi su dati di fonte Regis, considerate le incompletezze di cui ancora soffre il sistema attivato da circa un anno. L’impressione che sembrano trarre i principali commentatoriè di un ritardo generalizzato, ma per un giudizio più meditato, in particolare per ciò che riguarda gli enti locali, appare necessario distinguere accuratamente due aspetti: a) lo stato di avanzamento delle attività; b) l’esigenza di ulteriori semplificazioni da considerare in primo luogo con riferimento allo snellimento delle procedure di controllo ed erogazione di fondi che vedono in Regis un collo di bottiglia. Sul primo punto,i sindaci ritengono che i numerosi interventi affidati ai comuni stiano procedendo secondoi programmi, ma che Regis non offre un panorama adeguato.

Nel sistema non sono stati inseriti numerosi progetti in grande maggioranza di pertinenza locale, per via delle difficoltà incontrate dai ministeri titolari che devono trasmettere i dati. Si calcola che circa 18mila progetti nati prima del Pnrr non siano stati trascritti in Regis. Si tratta in larga prevalenza di piccole operee medie opere assegnate nel 2021 sulla base di fondi nazionali e poi assorbite nel sistema Pnrr. Nelle stesse condizioni sono diversi altri interventi riguardanti principalmente l’edilizia scolasticae le aree interne. L’assenza di questo segmento dai dati comunemente analizzati (da ultimo nel rapporto della Corte dei conti presentato a fine marzo) comporta una grave sottovalutazione dello stato di avanzamento dell’intero Piano. Le opere già in esseree successivamente inglobate nel Pnrr sono in molti casi concluseo in avanzato stato di realizzazione e hanno già dato luogo a importanti quote di pagamento: nel complesso si può stimare in circa 5 miliardi l’ammontare complessivo dei contributi per questo tipo di interventi, che hanno dato luogo a pagamenti per circa 2,5 miliardi. La mancanza di questi dati nel sistema Regis produce distorsioni molto significative. Basti pensare che i pagamenti registrati a fine 2022 dal rapporto della Corte dei conti ammontano per il complesso degli enti territoriali (regioni comprese)a soli 3,5 miliardi di euro, suscettibili di aumento fino ad almeno 6 miliardi se fosse considerato tutto l’universo degli interventi Pnrr. Questa valutazione appare confortata dal fatto che, anche nell’ambito dei progetti presenti in Regis, i Comuni sono il comparto più dinamico in termini di gare bandite su progetti Pnrr.

Sulla base di dati ANAC in corso di elaborazione presso l’Ifel, si può stimare che il valore complessivo delle oltre 35mila gare bandite dai comuni ammonti a oltre il 50% del valore delle assegnazioni (oltre 17 miliardi sui circa 33 miliardi di assegnazioni censite). Si tratta di un dato confortante, che conferma il trend positivo della spesa comunale per investimenti fino al 2022 e dell’ammontare del fondo pluriennale vincolato. L’incompletezza di Regis non è solo ingannevole sotto il profilo dell’analisi, ma produce ostacoli gravissimi allo stesso sviluppo del Pnrr. Infatti, in assenza di una “anagrafica” completa degli interventi e del relativo soggetto attuatore, anche i pagamenti si bloccano come stanno segnalando moltissimi comuni di tutte le aree del Paese.

* Articolo integrale pubblicato sul Italiaoggi del 28 aprile 2023.

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