Il Governo ha approvato il Def, il Documento di economia e finanza

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 16 aprile, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, il Def 2021, il Documento di economia e finanza, che riporta le previsioni relative all’anno in corso e ai successivi esercizi. Il testo poi è stato inoltrato alle Camere per l’approvazione definitiva(1).

22 Aprile 2021
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P. Morigi (La Gazzetta degli Enti Locali)

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 16 aprile, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, il Def 2021, il Documento di economia e finanza, che riporta le previsioni relative all’anno in corso e ai successivi esercizi. Il testo poi è stato inoltrato alle Camere per l’approvazione definitiva(1).
Già dalla lettura della Relazione accompagnatoria, indirizzata al Parlamento, si evincono i tratti fondamentali delle proposte, impostate con un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica e del piano di rientro verso l’Obiettivo di Medio Periodo (OMP), autorizzato ad ottobre scorso con la Nota di aggiornamento al Def 2020. Va osservato del resto che è tecnicamente possibile, al verificarsi di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea(2), che si ipotizzi, con l’approvazione del Parlamento nazionale a maggioranza assoluta, uno scostamento dal piano di progressiva riduzione dell’indebitamento pubblico, al fine di recuperare risorse che possano essere destinate a finalità ritenute prioritarie. E la pandemia, alla quale si sta cercando di fare fronte con vari strumenti, giustifica l’adozione di tale cambiamento.
I dati economici degli ultimi trimestri hanno dimostrato come l’economia italiana si potrebbe risollevare se accompagnata dal concretizzarsi del piano di vaccinazioni. Di qui la necessità, per favorire lo sviluppo, di investire su questo fronte e su quei programmi, contemplati anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)(3), che potranno beneficiare di risorse comunitarie ma anche di risorse nazionali per integrare gli obiettivi ritenuti prioritari.
Nel contesto così tracciato il Governo chiederà al Parlamento l’autorizzazione a rivedere il percorso di avvicinamento all’OMP, ipotizzando un livello di indebitamento netto pari all’11,8% del Pil nel corso del 2021, al -5,9% nel 2022, al -4,3% nel 2023 e al -3,8% nel 2024.
Ma quali sono i contenuti del Def 2021 e i programmi che ci si prefigge di realizzare? E nel contesto tracciato cosa possono fare concretamente gli Enti locali per favorire la ripresa economica anche nel nostro Paese? La corposità del documento non ci consente, nell’economia di questo scritto, che una semplice sintesi, ma la stessa, anche se non esime i più volenterosi dalla lettura integrale del documento programmatico, può essere utile per capire i tratti fondamentali ed agire di conseguenza.
Come di consueto si parte dalle analisi dei dati macro-economici riferiti all’economia mondiale, per poi passare a quelli europei e nazionali. Si osserva il ruolo importante che hanno avuto gli interventi pubblici in altri Paesi – si pensi agli Usa o alla Cina – nel favorire i primi segnali di ripresa. E tali aiuti si sono concretizzati in un massiccio piano di vaccinazioni e di sostegno alle categorie più colpite. Anche in Italia nel corso del 2020 non sono mancati gli interventi di supporto (ad imprese, liberi professionisti, lavoratori, ma anche ad enti locali, che sono risultati destinatari di risorse per fare fronte alle minori entrate tributarie ed extratributarie che si sono drasticamente ridimensionate a seguito del diffondersi della pandemia).
Va tuttavia osservato che il sostegno economico, attuato con varie modalità e con un incremento delle spese per investimenti, anche se dovrà continuare nei prossimi mesi non potrà che essere selettivo e attento per intervenire su opere pubbliche ritenute indispensabili o per dare sollievo a settori colpiti, favorendo il processo di modernizzazione del Paese, non sempre facile in un contesto demografico di progressivo invecchiamento della popolazione (che ha interessato pure gli organici della PA) e di scarsa produttività sia nel settore pubblico che in quello privato. Dal momento che molta parte della spesa in c/ capitale verrà sostenuta attraverso il ricorso a forme di indebitamento è bene che il ricorso allo stesso sia attentamente vagliato. Se vogliamo riprendere la terminologia impiegata dal Presidente Draghi bisogna ricorrere al “debito buono”, in modo che si possa così facilitare la vita dei cittadini e contribuire effettivamente alla ripresa. Il debito pubblico dovrà essere ripagato negli anni a venire, con una situazione economica meno difficile.
Prioritarie appaiono le riforme che devono sostenere la ripresa e che potranno favorire il recupero di risorse e/o il corretto utilizzo delle stesse: ci riferiamo alla necessità di modificare il sistema fiscale, quello giudiziario (per accorciare la durata dei processi), di rendere più efficiente la PA, di digitalizzare una serie di processi, ecc. Tutti aspetti questi del resto che risultano contemplati anche nelle Raccomandazioni che ogni anno la Commissione europea indirizza al nostro Paese e che sono riportate anche nel Def 2021.
Gli Enti locali, consapevoli delle difficoltà che il nostro Paese sta incontrando nel cercare di superare il difficile momento, e del livello di indebitamento che si andrà a produrre per cercare di fornire misure di sostegno all’economia, che cosa potranno concretamente effettuare?
Intanto dovranno avere piena conoscenza degli strumenti messi in campo a livello comunitario, statale o regionale per consentire la effettuazione di investimenti di varia natura o di altre tipologie di spesa ed utilizzare quelli che fanno al caso proprio(4).
Se si renderà necessario il ricorso a mutui per sostenere investimenti non finanziabili in altro modo grande attenzione dovrà essere posta anche alle clausole inserite nei contratti di finanziamento. Il livello sostanzialmente basso dei saggi di interesse non deve indurre ad inserire “clausole capestro”, di cui ci si potrebbe pentire negli anni futuri, qualora i tassi fossero variabili e destinati a rialzarsi.
Anche sul fronte delle entrate tributarie, laddove l’evasione risultasse essere elevata, sarà necessario intervenire per cercare di recuperare risorse. Tutto questo accompagnato anche dal cercare di favorire gli adempimenti spontanei, accrescendo il “senso civico”, facendo capire che le mancate risorse tributarie non consentono poi all’ente locale di intervenire sulle scelte indispensabili e di disporre delle risorse necessarie per migliorare le proprie attività dando risposte alle necessità dei cittadini.
Il Coronavirus ci ha insegnato – e non ci stancheremo di ripeterlo  ̶  che è necessario pensare al “lungo periodo”, perché poi questa attenzione “paga” e consente ai cittadini di comprendere la “linea di marcia” verso la quale ci si sta indirizzando.
Pertanto non va trascurato il monitoraggio continuo delle voci di spesa, già a partire dall’esercizio in corso, al fine di contenere possibili sprechi, migliorare la produttività e le performance a livello locale, come pure l’avvio del ridisegno complessivo dei servizi che si vanno ad erogare, attraverso la costruzione di nuovi modelli che presuppongono un coinvolgimento anche di terzi soggetti (gruppi di utenti, volontariato, cooperazione sociale, ecc.).
Le normative non andranno applicate solamente da un punto di vista formale, ma cercando, con un’ottica sia aziendalistica che attenta al sociale, di perseguire gli obiettivi che sono stati prefissati. Il ridisegno complessivo dei servizi pubblici offerti, da effettuare implementando l’informatizzazione e consentendo adeguate riorganizzazioni, che contemplino anche il “lavoro agile” per trovare soluzione innovative ai bisogni dei cittadini, rappresenta una sfida importante che favorirà la modernizzazione dei servizi. Se vogliamo favorire quella ripresa di cui sentiamo imprescindibile la necessità dobbiamo sì disporre di risorse economiche adeguate, ma anche essere pronti ai corretti cambiamenti organizzativi che possano portare a benefici concreti. Anche gli enti locali saranno così di supporto e favoriranno i loro cittadini, gli utenti, le aziende che sono presenti sul territorio e che intendono innovare i loro prodotti o i loro servizi.

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NOTE

(1) Qualora si voglia vedere tutte le diverse Sezioni che compongo il Def 2021 od esaminare anche i documenti programmatici degli anni precedenti si vada a consultare il sito www.mef.it.
(2) Nel corso del 2021 la Commissione europea ha permesso l’applicazione della general escape clause per creare spazi di manovra ai diversi Stati al fine di fare fronte alle spese sanitarie incrementatesi con Covid-19.

(3) Abbiamo fatto riferimento all’argomento proprio su questa stessa rivista (si veda il numero del 12.4.2021) con un articolo dal titolo Recovery Plan: considerazioni sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), a cui facciamo rinvio.

(4) Di qui la necessità di riprendere ad esaminare le diverse leggi di bilancio e la decretazione di urgenza che è stata emanata nel corso del 2020 e nei primi mesi del 2021 per la messa in sicurezza delle scuole, degli edifici pubblici e gli stanziamenti effettuati per le funzioni istituzionali o per fare fronte alle minori entrate tributarie che hanno interessato anche gli enti locali.

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