Il fondo Imu-Tasi c’è

ItaliaOggi
25 Novembre 2022
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di MATTEO BARBERO (ItaliaOggi – 25/11/2022) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

MANOVRA 2023/Le misure finanziarie più significative per gli enti locali

Nuove risorse per fronteggiare il caro bollette
Stabilizzazione del fondo Imu-Tasi, nuove risorse per fronteggiare il caro bollette ed estensione al 2023 del fondo per la copertura degli extra costi da materiali sulle opere indifferibili. Sono queste le misure finanziarie più significative per gli enti locali contenute nella bozza di legge di bilancio 2023 predisposta dal Governo. Si tratta di un intervento la cui dimensione complessiva è ancora indefinita, dal momento che i contributi a copertura dei rincari non sono ancora stati quantificati nel loro ammontare. Ma certamente si tratta di un intervento di portata inferiore alle attese per un settore che, comee più di altri, risente degli effetti della crisi. L’unica certezza, almeno in termini quantitativi, è la conferma e messa a regime della quota aggiuntiva del fondo Imu-Tasi, che vale 110 milioni di euro e interessa circa 1800 comuni. La storia di questo istituto risale agli anni bui della finanza locale, ma a partire dal 2019 il contributi si è articolato in due quote: la prima, per complessivi 190 milioni di euro, è attualmente prevista a regime e finanzia un trasferimento vincolato al finanziamento dei piani di sicurezza a valenza pluriennale finalizzati alla manutenzione di strade, scuole e altre strutture di proprietà comunale; la seconda quota, che vale 110 milioni, rappresenta un’entrata libera, che a legislazione vigente è prevista solo fino al 2022. Da anni, ad ogni manovra, si apre il balletto sulla sua confermao meno, per cui va salutata con favore la norma che la rende stabile, anche perché consente ai beneficiari di poterla iscrivere anche sul pluriennale. Gli altri due capitoli del disegno di legge sono al momento senza numeri. Sul caro bollette Anci ha chiesto uno stanziamento di almeno 800 milioni-1 miliardo, oltre ad una revisione dei criteri di riparto che finora hanno scontentato tutti. Sarebbe anche auspicabile evitare lo spezzatino sperimentato nell’anno in corso individuando fin da subito una dotazione che consenta di coprire almeno i mesi invernali.

* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 25 novembre 2022.

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