I pagamenti digitali al punto di svolta

il sole24ore
24 Novembre 2020
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La strategia complessiva non è solo di ridurre i costi di sistema del contante e combattere l’evasione ma anche quello di consentire allo Stato un migliore tracciamento di spese e incassi pubblici Finanza e innovazione Le misure. Dal bonus cashback per le transazioni nei negozi fisici con moneta elettronica alle lotterie degli scontrini fino al sistema unico PagoPA, tutte le azioni in campo per incentivare l’abbandono graduale dell’utilizzo del contante
Una società con meno contanti, più pagamenti elettronici, anche “micro” e con sistemi quanto più possibili unificati e centralizzati. Procede con quest’obiettivo il piano del Governo, come una manovra a tenaglia che riguarda tutti, con misure diverse: cittadini, negozianti, imprese, pubbliche amministrazioni.

Le principali scadenze: dal primo dicembre 2020 parte il bonus cashback per i pagamenti nei negozi fisici con moneta elettronica e da gennaio 2021 (salvo ulteriori rinvii) la lotteria degli scontrini; dal 28 febbraio scatta l’obbligo (rimandato per anni) per le Pa a ottenere pagamenti tramite il sistema unico PagoPA (con qualche eccezione). Dal primo luglio è scattato già il bonus pos con credito d’imposta del 30% e un limite al contante portato sotto i 2 mila euro.

Bonus cashback

La misura più attesa, e sostenuta pubblicamente dal premier Giuseppe Conte sotto l’ombrello del piano “cashless society”, è il cashback, finanziato dal decreto Agosto. È un rimborso del 10% sugli acquisti elettronici nei negozi fisici, fino a una soglia di 1.500 euro, che porta quindi a un rimborso fino a 150 euro ogni sei mesi. Ogni acquisto concorre solo per un massimo di 150 euro per il raggiungimento della soglia. Ogni rimborso è semestrale, quindi in un anno si potranno avere massimo 300 euro.

Il rimborso partirà dalle transazioni fatte già a dicembre: un debutto «sperimentale» per cui basterà effettuare un minimo di dieci pagamenti tracciabili e darà già fino a 150 euro per quel mese (il Governo li pagherà a febbraio). La partecipazione al rimborso sarà su base volontaria. L’utente, tramite l’app governativa IO o canali bancari deve associare al proprio codice fiscale una o più carte di debito o debito e indicare l’Iban su cui si vuole ricevere il rimborso. Ci sarà anche un super cashback di 3mila euro l’anno per i 100mila cittadini che hanno fatto più pagamenti in questo modo.

Lotteria scontrini

Rimandata già da un anno, dovrebbe partire a gennaio la lotteria degli scontrini. Prima estrazione l’11 febbraio 2021. Potranno partecipare alle estrazioni solo i consumatori che non hanno pagato in contanti e che hanno utilizzato carte, bancomat e app di pagamento come Satispay, Google Pay, Apple Pay e altri strumenti digitali. Come ha riportato Il Sole24Ore qualche giorno fa, l’abbandono dei contanti per la lotteria sarà nella prossima legge di bilancio.

Le regole di base restano quelle note. Sul sito www.lotteriadegliscontrini.gov.it bisogna registrare il proprio codice fiscale, memorizzare il codice lotteria che si riceve e mostrarlo agli esercenti, che dovranno quindi registrarlo prima di emettere lo scontrino. I nuovi registratori telematici associano il codice agli scontrini e permettono all’acquirente di partecipare alla lotteria. I premi sono diversi, si va da sette premi da 5mila euro alla settimana a uno da un milione di euro ogni anno (www.lotteriadegliscontrini.gov.it/portale/web/guest/quali-sono-i-premi).

Credito d’imposta pos e lotta al contante

Dal primo luglio gli esercenti hanno un credito di imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sui pagamenti ricevuti da consumatori con carte di credito, di debito e prepagate. Da quella data è ridotta a 1.999,99 euro la soglia per l’utilizzo del contante, in previsione dell’ulteriore abbattimento, dal primo gennaio 2022, sino ai 999,999 euro.

PagoPa

PagoPa permette di fare i pagamenti alla pubblica amministrazione in vario modo, a seconda di quello che l’utente ritiene più comodo o più economico: direttamente sul sito o sull’applicazione mobile dell’ente o attraverso i canali sia fisici sia online di banche e altri Prestatori di servizi di pagamento (Psp), come ad esempio le agenzie di banca, gli home banking, gli sportelli Atm, i punti vendita Sisal, Lottomatica e Banca 5 e presso gli uffici postali.

Oltre alla comodità per l’utente, l’obiettivo è anche quello di ridurre i costi per la Pa, aumentare la sicurezza del pagamento elettronico e il tracciamento delle entrate pubbliche.

È un servizio di importanza cruciale per il Paese, motivo per cui da gennaio è gestito da una società pubblica creata ad hoc, PagoPa Spa: la società fa sapere che a novembre le Pa aderenti sono 19.422 (82% del totale), mentre le “attive effettive” (che hanno già riscosso pagamenti su PagoPa per almeno un servizio) sono 6.629. Tra i servizi che si possono pagare con PagoPa: quelli dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia); tasse e imposte, locali (Imu, Tasi e Tari) di città come Roma, Venezia, Milano, Palermo e nazionali; rette e mense scolastiche; sanzioni e multe; bolli auto.

Al 28 febbraio tutte le PA devono passare da PagoPa ma ci sono alcune eccezioni. Per ora, potranno continuare a usare il modello F24 (non il Mav) e l’addebito diretto (Sdd), sino alla loro integrazione con il sistema PagoPA; i pagamenti in contanti eseguiti presso la banca che svolge il servizio di tesoriera e cassa per l’ente creditore. «È Strano che il nuovo piano triennale dell’Agenzia per l’Italia digitale non abbia posto l’obiettivo del 100% dei pagamenti su PagoPA, visto l’obbligo del 28 febbraio», nota inoltre Irene de Piccoli, degli osservatori Politecnico di Milano. «In ogni caso è chiaro l’intento del Governo di far confluire nei prossimi mesi le diverse linee di azione afferenti agli strumenti per favorire la diffusione dei servizi digitali in generale», continua Irene de Piccoli.

Una strategia globale

Una strategia ad ampio respiro, il cui primo tassello è probabilmente collocabile nel 2016 con l’obbligo alla fattura elettronica verso la Pa; obbligo poi esteso al b2b nel 2019. La logica complessiva non è solo quella di ridurre i costi di sistema del contante e combattere l’evasione (l’obbligo fattura elettronica è arrivato come impegno verso la Ue per evitare l’aumento dell’Iva); ma anche quello di consentire allo Stato un migliore tracciamento complessivo di spese e incassi pubblici (informazioni utili, in tempo reale, per dirigere la macchina economica del Paese) e stimolare l’innovazione degli strumenti di pagamento come leva per rendere più digitali (culturalmente e praticamente) cittadini, imprese e PA.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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