Governo, ok al decreto sviluppo

Fonte: Sky.it

Agenda digitale e costi della politica. Il governo affronta due temi chiavi per il futuro dell’Italia in un lungo consiglio dei ministri, due provvedimenti che, dice Mario Monti nella conferenza stampa in una pausa del lavori, sostiene che “hanno in comune l’obiettivo di trasformare l’Italia”. Il decreto, sviluppo, ha detto “riguarda il futuro e l’Italia nuova”, ma il Consiglio dei ministri approvera’ il decreto sul finanziamento degli enti locali “che riguarda un’Italia esistita fino ad ora, che preferiremmo non vedere più in futuro”.

Sindaci spendaccioni non candidabili – Nella bozza del decreto sui costi della politica ci sarebbe anche una norma che prevede che sindaci  e presidenti di provincia, itenuti responsabili dalla Corte dei conti, anche in primo  grado, di aver contribuito al dissesto finanziario”non sono candidabili per 10 anni” a numerose cariche tra cui quelle nelle Giunte e nei consigli e nel Parlamento. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione dovuta al momento di commissione della violazione”.

Introdotta la definizio di start up innovative
– Per quanto riguarda invece il decreto sviluppo e l’agenda digitale (qui il testo completo), per la la prima volta, nell’ordinamento italiano viene introdotta la definizione di imprese innovative (startup), per le quali vengono stanziati nell’immediato fondi per 200 milioni. Ne ha parlato il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Le nuove misure toccano tutti gli aspetti più importanti del ciclo di vita di una startup – dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura – ponendo l’Italia all’avanguardia nel confronto con gli ordinamenti dei principali partner europei. La dotazione complessiva subito disponibile è di circa 200 milioni di euro”, conclude la nota, “Una volta a regime, la norma impegnera’ 110 milioni di euro ogni anno”.

Nasce il desk Italia, per le imprese estere – Inoltre, ha spiegato Passera, nasce il ‘desk Italia’ per aiutare gli investitori esteri a districarsi nel sistema di norme del nostro paese.  “Gli investitori esteri – dice Passera – temono di trovarsi in un gomitolo di norme all’interno del quale hanno difficolta’ a districarsi. Il decreto istituisce un ‘desk Italia’ al ministero dello Sviluppo, un gruppo di persone che accompagnino i nuovi investitori interessati all’Italia e li aiutino a orientarsi nelle norme”. Passera ha aggiunto che un desk simile a livello territoriale sara’ istituito nelle Regioni: “Su questo – ha aggiunto – la collaborazione con le Regioni e’ particolarmente importante”.

Diffusione dei pagamenti elettronici – Il governo inoltre vuole rendere più estesa l’applicazione dei pagamenti elettronici. “Vogliamo che lo strumento  elettronico diventi la norma – dice Passera – Ci siamo dati un anno per arrivare a  dare un’estensione massima dei pagamenti elettronici in tutta Italia.  Dovremo lavorare molto con gli intermediari finanziari per ridurre i  costi”.  Il provvedimento, infatti, prevede che venga introdotto  l’obbligo per la Pa di accettare pagamenti in formato elettronico e di pubblicare sui siti internet i codici Iban; l’estensione  dell’obbligatorieta’ dell’utilizzo di strumenti elettronici di  pagamento a tutte le attivita’ di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali. I pagamenti elettronici potranno  essere eventualmente effettuati tramite tecnologie mobile.

Via la vecchia carta d’identità. Arrivano gli open data – Addio vecchia carta di identità e tessera  sanitaria. Al loro posto, i cittadini potranno dotarsi gratuitamente  di un unico documento elettronico, che consentirà di accedere più facilmente a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione. Dall’anno accademico  2013-2014, verrà introdotto il fascicolo elettronico dello studente. A partire dall’anno scolastico 2013-2014, nelle scuole sarà progressivamente possibile adottare libri di testo in versione  esclusivamente digitale, oppure abbinata alla versione cartacea. I dati e le informazioni forniti dalla pubblica  amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in  formato aperto (cd. open data). Le comunicazioni tra diverse  amministrazioni pubbliche, così come tra PA e privati, dovranno  avvenire esclusivamente per via telematica. Tutte le procedure per  l’acquisto di beni e servizi da parte delle PA dovranno essere svolte  esclusivamente per via telematica.

Sanità e giustizia – Al via il fascicolo sanitario elettronico (FSE), che conterrà tutti i dati digitali di tipo sanitario e  sociosanitario del cittadino. Viene accelerato anche il processo di  digitalizzazione delle prescrizioni mediche. Significativi risparmi di spesa e maggiore  efficienza, nelle attese del governo, arriveranno dalla  digitalizzazione delle notifiche e delle comunicazioni giudiziarie,  che assicureranno il mantenimento del principio di prossimita’ del  servizio giustizia nei confronti di cittadini e imprese. Attraverso l’uso della posta elettronica  certificata e di tecnologie online, le comunicazioni dei momenti  essenziali della procedura fallimentare avverranno per via telematica.

Banda larga – Viene integrato il piano finanziario  necessario all’azzeramento del divario digitale per quanto riguarda la banda larga (150 milioni stanziati per il centro nord, che vanno ad  aggiungersi alle risorse gia’ disponibili per il Mezzogiorno per banda larga e ultralarga, per un totale di 750 milioni di euro) e si  introducono significative semplificazioni per la posa della fibra  ottica necessaria alla banda ultralarga.

Non escluso taglio delle tasse. Ma poi arriva la smentita
– E’ giallo intanto su una precedente affermazione di Monti. Il presidente del Consiglio Mario Monti aveva affermato (VIDEO) che “da qui alla fine della legislatura non escludo che sia possibile individuare il percorso anche soltanto per una prima tappa di riduzione della pressione fiscale”, Ma in serata arriva un chiarimento da Palazzo Chigi. In una nota si specifica che “nulla ha detto il presidente Monti su misure fiscali da adottarsi entro la fine della legislatura”.

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