di Francesco Cerisano
Le richieste in un documento all’esame del tavolo tecnico politico tra governo, Anci e Upi
Subito il fondo da 5 miliardi. Anticipazione entro il 30/4
Un fondo di 5 miliardi per gli enti locali, con un’anticipazione da far arrivare subito nelle casse dei sindaci: entro il 30 aprile.A tanto ammonta l’iniezione di liquidità che comuni, province e città metropolitane chiedono al governo per poter continuare a erogare i servizi ai cittadini. L’emergenza Coronavirus sta mettendo a rischio i bilanci per l’effetto combinato delle perdite di gettito tributario e delle maggiori spese necessarie a sostenere le attività più esposte alla pandemia, a cominciare dai servizi pubblici locali. La parola d’ordine è fare presto e per questo le autonomie chiedono al governo una prima anticipazione di risorse entro fi ne mese. Le richieste degli enti locali in vista del decreto legge che il governo varerà nei prossimi giorni sono formalizzate in un documento discusso nel tavolo tecnico politico avviato tra ministero dell’interno, Anci e Upi, dopo lo strappo della scorsa settimana in Conferenza unifi cata (si veda ItaliaOggi del 9/4). Un lungo dossier in cui sindaci e presidenti di provincia chiedono innanzitutto anticipazioni straordinarie di liquidità che avverranno secondo due canali. Il primo canale di erogazione è rappresentato dalla possibilità di attivare fi no al 30 settembre 2020 anticipazioni entro il limite dei 5/12 delle entrate. A pagare gli interessi per queste linee di credito fi nalizzate a ripianare le perdite di gettito riscontrate nel 2020, sarà lo Stato con un tasso di interesse annuo dell’1,5%. La durata massima dell’anticipazione sarà di quattro mesi. Un secondo canale di erogazione sarà fi nalizzato al pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2019, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali. In questo caso le anticipazioni potranno essere chieste entro il limite dei 3/12 delle entrate. Avanzi di amministrazione Un’altra boccata d’ossigeno per gli enti locali potrà scaturire dall’estensione dell’utilizzo degli avanzi di amministrazione. Limitatamente all’esercizio finanziario 2020, Anci e Upi chiedono di poter utilizzare la quota dell’avanzo di amministrazione destinata agli investimenti per il fi nanziamento di spese correnti connesse con l’emergenza in corso, nonché per fronteggiare eventuali squilibri di bilancio derivanti dal calo delle entrate. Si tratta di un’estensione della chance prevista dall’art.109 del dl Cura Italia che però limita la deroga all’utilizzo della sola quota libera dell’avanzo di amministrazione. Sospensione delle rate del Fondo anticipazioni per il pagamento dei debiti commerciali Sul modello della sospensione delle rate dei mutui con banche e Cdp, gli enti chiedono di congelare le rate di restituzione delle anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti commerciali erogate ai sensi del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35. La sospensione dovrà essere defi nita con il concorso della Cassa depositi e prestiti entro il 15 maggio 2020. Adesioni semplici alla rinegoziazione mutui Anci e Upi chiedono che venga semplifi cata la procedura di adesione alla sospensione delle rate dei mutui contratti con banche e Cdp. La rinegoziazione dovrà essere consentita anche in esercizio provvisorio (il dl Cura Italia nel corso dell’esame al senato ha fatto slittare al 31 luglio il termine per l’approvazione dei preventivi) e con la sola delibera di giunta in luogo di quella consiliare. Analogamente, dovrà essere consentito l’accesso alla rinegoziazione dei mutui anche agli enti in stato di dissesto fi nanziario che non abbiano visto ancora approvata l’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato. Slittamento delle tasse locali Vista la diffi coltà a convocare i consigli comunali durante l’emergenza Covid, la delibera di giunta sarà sufficiente anche per differire la scadenza dei tributi comunali, compresa la quota Imu di spettanza dello Stato. I nuovi termini di pagamento potranno essere fi ssati in data antecedente al 1° dicembre 2020. Fondo crediti di dubbia esigibilità L’accantonamento da effettuare nel bilancio di previsione 2020 e 2021 a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità dovrà scendere dall’attuale 90% (per gli enti che rispettano i tempi di pagamento dei debiti commerciali) al 60%. In questo modo si libererà una parte dell’accantonamento al Fcde al fi ne di sostenere gli equilibri di bilancio negli anni 2020 e 2021.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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