Futuro roseo per i revisori

ItaliaOggi
10 Settembre 2021
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di Massimo Venturato

Serve cambio di marcia culturale nell’approccio da parte dei funzionari
Le p.a. verso la misurazione delle performance
Qual è il futuro dei revisori degli enti locali? E’ un futuro importante, se nella legge di riforma della PA già più volte annunciata dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, si cercherà di raggiungere negli enti locali l’obiettivo della misurazione delle performance e non solo della salvaguardia degli equilibri di bilancio, che rimangono fondamentali per la vita dell’ente, ma che non garantiscono la qualità dei servizi. E’ necessario un cambio di marcia culturale nell’approccio al lavoro da parte dei funzionari pubblici. Non è più sufficiente che sia svolto il proprio compito bensì è necessario valutare come viene svolto e soprattutto se si raggiungono gli obiettivi di sana gestione ovvero efficienza ed economicità ma soprattutto efficacia: vanno ottenuti i goal.

Devono entrare in funzione finalmente i LEP: i livelli essenziali di prestazione. E su questo contesto i revisori svolgeranno una funzione ancora più importante di quella attuale. Si, perché dalla Legge quadro n. 142 del 1990, che introdusse la figura del revisore professionista iscritto all’albo dei commercialisti e dei revisori legali, c’è stata una grande evoluzione positiva da parte dei revisori rispetto ad un tempo, nel richiamo al rispetto della normativa ma anche nella valutazione degli effetti, in termini di bilancio, delle scelte amministrative adottate. I nuovi revisori, provenienti da un’esperienza privatistica, hanno da sempre ragionato in chiave di lettura del risultato. Ed è l’approccio giusto per migliorare la gestione degli enti locali. Ci si chiede allora perché ci sono aree in Italia ove si rilevano molti enti locali con situazioni che necessitano procedure di riequilibrio finanziario pluriennale o addirittura che vanno in dissesto. La risposta è presto detta: qualcuno non fa il proprio lavoro. E’ auspicabile che vengano rivisitati dal legislatore gli adempimenti a carico dei revisori puntando più a controlli sostanziali piuttosto che formali. Dopo le modifiche al TUEL introdotte dal DL 174 del 2012 e dalle norme successive, i revisori devono esprimere troppi pareri e devono svolgere troppi adempimenti, rischiando, a volte, di perdere di vista le cose che contano veramente e che meritano un esame più approfondito. E’ più importante focalizzare l’attività di revisione sulla riscossione delle entrate e sulla copertura delle spese in particolar modo cercando di suggerire manovre appropriate affinché la gestione di competenza di parte corrente risulti in avanzo senza dover utilizzare, ad esempio, costantemente entrate non ricorrenti per ottenere l’equilibrio di bilancio.

Allo studio del MEF, ed in particolare dello Standard Setter Board presso la Ragioneria Generale dello Stato, c’è la nuova contabilità degli enti locali. Ma sarà questa a risolvere i problemi dell’ente locale? La soluzione non va ricercata solo nelle modalità di rappresentazione della contabilità, che sarà inevitabilmente economico- patrimoniale come ci richiede l’Unione Europea e non più solo finanziaria da un punto di vista autorizzatorio, ma nell’attuazione del controllo di gestione con la produzione di budget economici costruiti conteggiando i reali costi da sostenere per ogni servizio tenendo conto appunto dei LEP. Ma è altrettanto vero che non possiamo pensare che un piccolo comune di 5 mila abitanti abbia sufficienti risorse organizzative, in primis, di personale, per poter affrontare un progetto del genere. Ecco perché il legislatore dovrà prendere atto che è necessario l’accorpamento ex lege degli enti locali in modo da poter ottenere realtà dimensionali che possano disporre degli strumenti sufficienti per il raggiungimento di tali obiettivi.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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