La novità è attesa in autunno. Le rettifiche non influiscono sulla validità dei certificati
Ma solo per chi riceverà richieste di chiarimenti dal Mef
Per gli enti locali è in arrivo con l’autunno una nuova certificazione del Fondone. L’adempimento riguarderà però solo coloro che riceveranno dal Mef richieste di chiarimenti ufficiali rispetto ai dati trasmessi entro fine maggio. La notizia proviene direttamente da Via XX Settembre attraverso un comunicato diffuso nelle scorse settimane per precisare che le rettifiche operate ai fini del riparto del saldo 2021 non influiscono in alcun modo sulla validità e correttezza della certificazione inviata dagli enti locali e/o sulla quota che l’ente ha vincolato nel risultato di amministrazione 2020 (si veda ItaliaOggi del 13 agosto). Si trattava di meri «correttivi statistici», i quali hanno tuttavia, in molti casi, inciso in modo rilevante sugli importi. Le rettifiche sono state operate d’ufficio e senza alcuna interlocuzione con gli enti, rimandate ad una fase successiva.
Come specifica il comunicato, infatti, le anomalie riscontrate saranno comunicate con note ufficiali, a firma del Ragioniere generale dello stato, da inviare agli enti locali interessati entro il mese di settembre 2021. Entro il successivo 30 novembre 2021, i medesimi enti dovranno apportare le rettifiche segnalate, inviando una nuova certificazione, o comunicare tempestivamente ulteriori elementi utili ai fini della loro valutazione. Nei fatti, quindi, viene introdotto un nuovo obbligo certificativo, sebbene non previsto da alcuna norma, per una platea potenzialmente amplissima. Le rettifiche hanno riguardato, oltre alla correzione di errori materiali e refusi, le seguenti casistiche: 1) attribuzione di un valore positivo alla quota di Minori spese relativa alla variazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità connessa alla riduzione delle entrate dovuta all’emergenza (oltre 6mila enti interessati); 2) la verifica degli importi dichiarati per minori spese diverse dal Fondo crediti di dubbia esigibilità (per circa 4mila enti); 3) la verifica delle minori entrate considerate in certificazione come riconducibili all’effetto di «politiche autonome» in campo fiscale e tariffario (circa 850 enti). Il comunicato precisa, infine, che le rettifiche da apportare saranno utili ai fini della verifica finale della perdita di gettito e dell’andamento delle spese, da effettuare entro il 30 giugno 2022, e della conseguente regolazione definitiva dei rapporti finanziari tra comuni e tra province e città metropolitane, ovvero tra i due predetti comparti, con riferimento alle complessive gestioni 2020 e 2021.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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