di Matteo Barbero
L’Ifel avvia il monitoraggio dei conti
Per compensare le perdite. Dotazione: non meno di 4 mld
Per gli enti locali in arrivo un fondo straordinario da almeno 4 miliardi. Sarà questa la cifra su cui dovrebbe assestarsi l’intervento statale a sostegno delle amministrazioni per compensare la fl essione delle entrata causata dal lockdown imposto per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Il pacchetto, su cui è al lavoro il viceministro all’economia Laura Castelli (M5S) e che confluirà nel decreto di aprile, punta a intervenire in maniera il più possibile chirurgica sui buchi che si sono aperti nei conti di comuni, province e città metropolitane e che sono destinati ad allargarsi nelle prossime settimane. A tal fi ne, ad attingere ai dati in proprio possesso, Via XX Settembre si avvarrà del supporto di Anci e Upi: non a caso, in questi giorni, l’Ifel ha avviato una ricognizione sui bilanci comunali per capire quali saranno le voci più colpite. L’analisi punta a individuare voce per voce gli effetti sia in termini di competenza che in termini di cassa, in modo da tarare di conseguenza le misure: è necessario distinguere, infatti, i casi in cui non maturerà nemmeno il diritto di credito (si pensi, ad esempio, ai proventi dei parcheggi o delle multe) da quello in cui a saltare sarà solo l’incasso. Per i comuni, la stima del minor gettito di competenza è di circa 3 miliardi, al netto dell’Imu e dell’addizionale Irpef. Di questi, 700 milioni riguardano la Tari, che presenta profi li di particolare delicatezza per l’intreccio fra l’obbligo di copertura delle spese ed il coinvolgimento di soggetti terzi (sia pubblici che privati) nella gestione del servizio. Per gli enti di area vasta, invece, la perdita attesa è di circa 800 milioni ed è legata soprattutto al calo dell’imposta di trascrizione. Sulla declinazione operativa delle misure cantiere è ancora aperto e potrebbe inglobare anche la sospensione delle rate delle anticipazioni di liquidità erogate in base al dl 35/2013. Sul versante della cassa, l’esigenza è quella di pompare denaro nelle casse sempre più esangui e che rischiano a breve di non consentire nemmeno il pagamento degli stipendi. Ecco perché non tutti concordano sulla proposta Anci di ridurre l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, che aiuterebbe a quadrare i bilanci ma accentuerebbe la carenza di liquidità. Gli enti possono già fare ricorso alle anticipazioni di Cassa depositi e prestiti (più convenienti in termini di tassi rispetto al ricorso al tesoriere), che però sono vincolate al pagamento dei debiti commerciali al 31 dicembre 2019. Possibile anche il versamento anticipato del saldo del fondo di solidarietà comunale. Nel mirino del Mef e sempre nell’ottica di calibrare al meglio il soccorso finanziario poi ci sono anche le minori spese che, per effetto della crisi, graveranno sui conti locali: un’analisi certamente non semplice in una fase in cui anche le amministrazioni che hanno approvato il preventivo si trovano costrette a rifarlo di sana pianta e che spesso la contrazione delle uscite è legata a doppio fi lo a quella delle entrate (si pensi ai proventi dell’imposta di soggiorno che sono vincolati ad interventi di promozione turistica.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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