Fondo debiti, enti nel caos

il sole24ore
26 Febbraio 2021
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di Matteo Barbero

E anche gli interventi di sicurezza sono a rischio per carenza di personale
Correttivi al fotofi nish. Uffi ci in affanno
Enti nel caos sul fondo garanzia debiti commerciali. Entro il 28 febbraio occorre verifi care il rispetto degli indicatori e se del caso procedere all’accantonamento, ma il correttivo inserito nella conversione del decreto Milleproroghe (approvato ieri in via defi nitiva dal Senato con 222 voti favorevoli, 23 contrari e 7 astenuti) non è ancora formalmente in vigore. Inoltre la rielaborazione delle informazioni presenti sulla piattaforma per la certifi cazione dei crediti non è immediata e richiede comunque il via libera dei revisori. L’emendamento al dl 183/2020 (si veda ItaliaOggi del 23/2/2021) non ha concesso l’attesa proroga, ma si è imitato a riscrivere il comma 861 della legge n.145/2018 aggiungendovi un ultimo periodo il quale stabilisce che, limitatamente al 2021, le amministrazioni pubbliche, qualora riscontrino, dalle proprie registrazioni, pagamenti di fatture commerciali non comunicati alla Piattaforma elettronica possono elaborare gli indicatori di ritardo annuale dei pagamenti sulla base dei propri dati, con le modalità fi ssate dal comma stesso, includendo anche i pagamenti non comunicati, previa relativa verifi ca del competente organo di controllo di regolarità amministrativa. La formulazione della norma è piuttosto restrittiva, ma sembra comunque consentire di assumere a parametro le informazioni proprie di ciascun ente sia per quanto concerne lo stock di debito (che deve essersi ridotto almeno del 10% rispetto all’anno scorso) che rispetto all’indicatore di ritardo medio annuale (che deve essere pari a 0 o negativo). Resta da capire se, oltre a considerare i pagamenti non comunicati, gli enti possano valorizzare altri elementi, quali ad esempio eventuali periodi di sospensione delle fatture non inseriti in Pcc. Il tutto, come detto, dovrà essere validato dall’organo di controllo di regolarità amministrativa e contabile, che dovrebbe coincidere con l’organo di revisione. In questa fase, non restano che due strade: attendere la conversione considerando il termine non perentorio, oppure utilizzare in una prima fase i dati della Pcc e poi eventualmente rettifi care o annullare l’accantonamento quando il correttivo sarà legge. In ogni caso, gli uffi ci dovranno effettuare in tempi rapidissimi le verifi che ed i confronti fra i dati interni e quelli risultanti dalla piattaforma. Interventi di messa in sicurezza. Gli uffici degli enti locali rischiano di andare presto in crisi anche su un altro fronte: i contributi per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza di edifi ci e del territorio. Si tratta di una pioggia di fondi (1,85 miliardi a 1.912 comuni, si veda ItaliaOggi di ieri) che rischiano di incagliarsi nella burocrazia e nelle carenze di personale. I lavori dovranno essere affi dati entro termini stringenti. Nel dettaglio, per le opere il cui costo e’ compreso tra 100.001 euro e 750.000 euro l’affi damento dovrà avvenire entro dieci mesi; per le opere il cui costo e’ compreso tra 750.001 euro e 2.500.000 euro entro quindici mesi, per le opere il cui costo e’ compreso tra 2.500.001 euro e 5.000.000 di euro entro venti mesi. Se l’ente benefi ciario del contributo, per espletare le procedure di selezione del contraente, si avvale degli istituti della centrale unica di committenza (CUC) o della stazione unica appaltante (SUA) i termini sono aumentati di tre mesi. Il sistema rischia di riproporre le criticità che si sono già verifi cate molte volte in passato, portando ad un diluvio di proroghe dei termini. Il problemi sono sempre gli stessi: procedure di appalto complicate (malgrado i tanti decreti di semplifi cazione) e soprattutto organici ridotti all’osso e spesso privi delle necessarie professionalità tecniche e amministrative. Da questo punto di vista, pesano come un macigno le tante criticità dell’attuale sistema di reclutamento e di determinazione delle capacità assunzionali e il fallimento dei tanti tentativi di rafforzare le strutture degli enti periferici (da ultimo, quella per reclutare personale di supporto alle pratiche sull’ecobonus, che attende ancora il dpcm attuativo).
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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