di Anna Guiducci
Fondo crediti dubbia esigibilità, fondo di garanzia dei debiti commerciali e ripristino del taglio operato con il Dl 66/2014 (564 milioni di euro annui) sono i principali punti di attenzione presentati da Anci in sede di audizione presso le commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati. Nell’esprimere apprezzamento al Governo per gli interventi di semplificazione e riordino della fiscalità locale (unificazione Imu-Tasi e tributi minori), e per l’avvio della riforma della riscossione, Anci punta il dito sulle criticità finanziarie prodotte dagli accantonamenti obbligatori imposti dalla vigente normativa (nel 2018 il drenaggio di risorse pubbliche ha superato la quota di 4,7 miliardi di euro), e sul taglio di risorse erariali a carico dei comuni. L’accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità Al fine di assicurare la sostenibilità al processo di allineamento competenza/cassa viene pertanto chiesto di estendere a consuntivo la possibilità di applicare la percentuale di accantonamento ridotta prevista solo in fase previsionale (attualmente in sede di rendiconto si applica il 100 per cento) e il congelamento anche per il 2020 delle percentuali di accantonamento del 2019 (85 per cento o 80 per cento a secondo del rispetto dei tempi di pagamento). In considerazione poi dei fisiologici tempi di pagamento delle entrate proprie dei Comuni, Anci chiede di stabilizzare a regime la percentuale di accantonamento massima al fondo nella misura del 90 per cento. Il fondo garanzia debiti commerciali Le forti preoccupazioni in merito alla rigidità strutturale dei bilanci locali aumentano poi in considerazione dell’obbligo, a decorrere dal 2020, di accantonamento al fondo di garanzia dei debiti commerciali a carico degli enti che non sono in regola con i tempi di pagamento. Anci propone di rinviare almeno al 2021 l’entrata in vigore delle penali, in attesa che il lavoro tecnico Anci/Mef consenta di porre rimedio all’attuale malfunzionamento della Piattaforma certificazione crediti (Pcc), in particolare attraverso il potenziamento dell’assistenza agli enti locali e di un più efficiente collegamento con Siope+. Il rinvio delle sanzioni va tuttavia accompagnato da idonei dispositivi che consentano agli enti locali, a partire dal prossimo esercizio finanziario, di recuperare margini finanziari, soprattutto sul versante della cassa, fondamentali per rispettare gli stringenti parametri in materia di pagamenti. I tagli del Dl 66/2014 Per ciò che concerne il taglio disposto dal Dl 66/2014 (564 milioni di euro annui), Anci chiede di valutare la possibilità di inserirne il ristoro nell’ambito degli interventi di finalizzati al ripristino della condizione di «perequazione verticale» nel Fondo di solidarietà comunale. Altri temi Viene infine apprezzata l’azione di rilancio degli investimenti comunali in riferimento ai quali viene però chiesta maggiore attenzione per interventi di illuminazione del patrimonio artistico e culturale dei centri storici e per il sostegno della capacità di progettazione dei lavori pubblici. Un capitolo a parte è poi dedicato alle criticità, non solo finanziarie, delle città metropolitane, in riferimento alle quali negli ultimi anni si è assistito a interventi di mitigazione dei tagli abnormi a suo tempo disposti con la legge di stabilità per il 2015. Sul fronte della spesa di personale sono poi state affrontate le problematiche connesse al superamento delle criticità in materia di scorrimento delle graduatorie concorsuali, alle risorse per i rinnovi contrattuali del triennio 2019/2021 e alle procedure di reclutamento.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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