Con comunicato del 8 luglio 2019 l’ARAN e sindacati rappresentativi hanno sottoscritto il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro – triennio 2016 – 2018 – dei circa 7.800 dirigenti dell’Area Istruzione e ricerca (Scuola, Università e aziende ospedaliero-universitarie, Enti di ricerca) di cui 7.448 dirigenti scolastici (ex Presidi). L’accordo è stato firmato da tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali ammesse alle trattative ed entrerà in vigore dal 9 luglio 2019.
Con riguardo agli aspetti normativi, il contratto definisce un nuovo e più funzionale sistema delle relazioni sindacali, introduce misure a tutela dei dirigenti con gravi patologie che necessitano di terapie salvavita, misure a tutela delle donne vittime di violenza, ferie e riposi solidali in favore di dirigenti che debbano assistere figli minori bisognosi di cure. E’ stato, inoltre, attualizzato e rinnovato il codice disciplinare.
Sotto il profilo economico, l’incremento del 3,48% previsto per la generalità dei dipendenti pubblici per il l’intero triennio pari a 160,00 euro/mese è stato proporzionalmente distribuito tra una rivalutazione dello stipendio in misura pari a 125,00 euro/mese a regime, un incremento di 10,00 euro/mese per la retribuzione di posizione e un incremento di 25,00 euro/mese dei fondi destinati alla retribuzione di risultato, finalizzati a remunerare i risultati conseguiti da ciascun dirigente. Sono state previste, inoltre, soglie percentuali per favorire una maggiore differenziazione delle retribuzioni di risultato, sia con riferimento all’entità minima del premio sia con riferimento al numero massimo di coloro che potranno riceverlo. Ai dirigenti scolastici, grazie ad un ulteriore incremento finanziato da risorse ad hoc previste da una specifica disposizione di legge, che ha portato a termine un progressivo processo di armonizzazione retributiva, è stata infine riconosciuta una retribuzione di posizione parte fissa di 12.565,11 euro annui lordi, valore allineato a quello della restante dirigenza pubblica.
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