Fra i destinatari delle fatture che in questi giorni il Gse ha inviato per raccogliere gli extraprofitti della vendita di energia rinnovabile ci sono anche i Comuni. Chiamati a versare entro il 30 ottobre somme che spesso cumulano decine o centinaia di migliaia di euro. Cifre pesanti quando il Comune è piccolo: e il 70% dei municipi italiani non arriva a 5mila abitanti.
L’arrivo dei bollettini, da saldare in pochi giorni tramite PagoPa, sta scatenando le proteste degli amministratori locali. L’Anci calcola in 1.200 le amministrazioni interessate. E chiede ad Arera e Gse di stoppare il tutto sostenendo che il pagamento «porterà la maggior parte degli enti in squilibrio finanziario».
Il tema in verità è noto, e anima da settimane una battaglia fin qui rimasta sotterranea. Ma ora ovviamente le fatture arrivate ai Comuni cambiano tutto.
Le richieste nascono dal meccanismo di «compensazione a due vie» introdotto a gennaio dal decreto Sostegni-ter (Dl 4/2022, articolo 15-bis) che confronta un «prezzo di riferimento» stabilito dal governo con il prezzo di mercato operato dal venditore dell’energia. Il sistema è «a due vie» perché quando il prezzo di riferimento è superiore a quello di vendita, si prevede che i produttori siano compensati. Il contrario accade quando la situazione è inversa.
Ma dal momento che i prezzi di vendita delle rinnovabili sono agganciati alle quotazioni del gas e quelli di produzione sono molto più ridotti, la «compensazione» più rilevante va dai produttori allo Stato, che per questa via dovrebbe ricevere 3,7 miliardi.
Il meccanismo però, e qui sta il punto, tratta allo stesso modo i produttori privati, che dai prezzi ricavano appunto un profitto extra, e le amministrazioni, che vendendo energia raccolgono fondi pubblici da destinare alle comunità.
I sindaci contestano questa equiparazione, e chiedono di cercare una soluzione «normativa o interpretativa» per evitarla; sospendendo, nel frattempo, i pagamenti.
Queste risorse, per di più, rientrano in circolo perché servono ad alimentare il meccanismo degli aiuti contro il caro-bollette. Creando negli enti locali una sorta di cortocircuito in cui un ampio gruppo di Comuni, quasi uno su sei secondo i calcoli dell’Anci, sono nello stesso tempo “tassati” sugli extraprofitti e poi sostenuti dai contributi statali per sostenere i costi di illuminazione pubblica e riscaldamento di uffici, scuole, palestre e impianti sportivi.
* Articolo integrale pubblicato su il Sole24ore del 25 ottobre 2022.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento