Enti locali, sul tavolo nuova replica dei fondi Covid

il sole24ore
11 Febbraio 2022
Modifica zoom
100%

di Gianni Trovati

Aiuti da 2-300 milioni per sostenere i conti di Comuni e Province

Tra i tanti titolari di conti lasciati in sospeso dal decreto Sostegni-ter approvato dal governo solo tre settimane fa ci sono anche gli enti territoriali. Con la conseguenza che sui tavoli del ministero dell’Economia in vista del nuovo decreto energia atteso la prossima settimana c’è anche un’ennesima replica del fondone emergenziale per i Comuni. Le cifre ballano nel trafficato cantiere delle coperture su cui poggiare il nuovo intervento: le ipotesi per ora parlano di 2-300 milioni. L’etichetta sarebbe appunto quella di un nuovo sostegno per l’emergenza, sulla linea seguita fin qui nei due anni della pandemia: nei fatti il problema da affrontare è ovviamente quello delle bollette che per gli enti pubblici sono fin qui rimaste prive degli aiuti parziali riservati a famiglie e imprese.

Nel provvedimento da 3,5 miliardi (Dl 4/2022) ora all’esame del Senato) il tira e molla con gli amministratori locali aveva prodotto solo i 400 milioni con cui è stato rifinanziato il fondone riservato alle regioni per le spese sanitarie gonfiate dalla diffusione del Covid. Ma l’esplosione dei prezzi di elettricità e gas è più generale, schiaccia gli enti pubblici alle prese con bollette in via di impazzimento per l’illuminazione pubblica, gli impianti sportivi, le scuole e più in generale gli edifici pubblici fin qui esclusi dai (piccoli) ombrelli aperti sugli aumenti destinati a famiglie e imprese. Per i Comuni le prime stime (Sole 24 Ore del 20 dicembre) parlavano di un costo aggiuntivo per quest’anno da 550 milioni, su una bolletta energetica complessiva che negli anni normali viaggia intorno agli 1,6-1,8 miliardi. Ma sono in rapido aggiornamento. Allargando il quadro a Province e Regioni, la traduzione del caro-energia sui bilanci locali supera abbondantemente il miliardo.

Di qui l’agitazione che si è diffusa negli uffici di sindaci, presidenti e assessori al bilancio, e si è trasmessa in fretta alla politica nazionale arrivando sui tavoli del governo.

Qui le cifre sono nettamente più piccole di quelle scritte nelle fatture di energia elettrica e gas arrivate ai sindaci. Perché lo sforzo per costruire l’intervento «di ampia portata annunciato» da Mario Draghi mercoledì a Genova è titanico, e le dimensioni del problema energetico sono tali da rendere impossibili forme di compensazione integrali. Anche per questo l’idea su cui si lavora a Via XX Settembre punta a evitare un fondo esplicitamente legato al caro-bollette, che ieri ha portato i sindaci a spegnere simbolicamente per mezz’ora le luci di piazze e monumenti significativi delle città (a Roma il buio ha avvolto il Campidoglio).

Nel decreto di fine gennaio, il governo si era limitato a permettere l’utilizzo quest’anno delle quote non spese dai fondoni Covid 202o e 2021: che però hanno una geografia parziale e casuale, a differenza del caro-energia.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento