Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole su uno schema di regolamento che disciplina il trattamento dei dati effettuato dai Centri per la giustizia riparativa, richiedendo al Ministero della Giustizia alcune integrazioni per garantire una maggiore protezione dei dati personali degli interessati.
I Centri, con l’aiuto di mediatori esperti, avranno il compito di costruire percorsi di giustizia riparativa, quale nuova e possibile fase del procedimento penale, in cui autore del reato e vittima (oltre eventualmente ad altri soggetti che possono essere coinvolti) tentano di pervenire a un esito conciliativo.
Lo schema di regolamento, pur non presentando particolari criticità, dovrà essere integrato inserendo un richiamo espresso al principio di minimizzazione per sottolineare l’esigenza di una adeguata selezione dei dati suscettibili di trattamento: in particolare di quelli genetici o biometrici, o che rivelino informazioni su salute, vita sessuale, opinioni politiche, convinzioni religiose, o siano relativi a condanne penali e reati.
Per quanto riguarda la video-audio-registrazione degli incontri, il Garante ha chiesto di chiarire che questa possibilità sia limitata ai casi nei quali la verbalizzazione non si ritenga sufficiente e sia necessario disporre di una documentazione che rappresenti anche la gestualità e l’espressione emotiva delle parti.
I Centri di giustizia riparativa dovranno, infine, adottare adeguate misure tecniche e organizzative per garantire la tutela e la sicurezza dei dati personali trattati nell’ambito del programma ed effettuare la valutazione d’impatto prevista dal Regolamento europeo sulla privacy.
Fonte: Garante per la Protezione dei Dati Personali
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento