di Francesco Cerisano
Il Sostegni bis inciampa in aula alla Camera. La Rgs chiede di stralciare la proroga del Durc
Termini per il rinnovo agli ambulanti legati all’emergenza
Più tempo ai comuni per rinnovare le concessioni agli ambulanti. Avranno tempo fino a 90 giorni successivi alla fine dello stato di emergenza per rinnovare le autorizzazioni per l’esercizio su aree pubbliche di attività commerciali, artigianali, di vendita di prodotti agricoli, di somministrazione di alimenti e bevande e rivendita di giornali e periodici. E sempre entro tre mesi dalla fine dello stato di emergenza, i comuni avranno tempo per verificare il possesso dei requisiti soggettivi e morali e la regolarità contributiva (essere in regola col Durc) previsti dalle linee guida del ministero dello sviluppo economico emanate il 25 novembre 2020. Il decreto legge Sostegni bis, che ha concluso venerdì i lavori in commissione bilancio della Camera, torna sul tema spinoso del rinnovo delle concessioni di posteggio per il commercio allineando il termine per concludere i procedimenti amministrativi di rinnovo a quello sull’allungamento della validità degli affidamenti.
Tutto dipenderà quindi dalla decisione del governo sullo stato di emergenza. Se l’esecutivo deciderà di non prorogare il termine, attualmente in scadenza al 31 luglio, la validità delle concessioni degli ambulanti attualmente scadute terminerà a fine ottobre e sempre entro fine ottobre i comuni potranno concludere i procedimenti di rinnovo. Se invece, come appare più probabile, (anche in relazione ai rinnovati timori di una ripresa dei contagi a causa della maggiore contagiosità della variante Delta) lo stato di emergenza slitterà a fine anno, per rinnovare le concessioni ci sarà tempo fino a fine marzo 2022. L’intervento normativo si inserisce nel solco della decisione dell’esecutivo di disegnare una disciplina della concessioni di spazi pubblici a metà strada tra i principi europei di massima concorrenza (richiesti dalla direttiva Bolkestein) e la proroga secca degli affidamenti. Il sistema del “rinnovo con requisiti” (che spetterà ai comuni accertare) unito alla messa a gara della quote che restano fuori è il sistema individuato dal governo (si veda ItaliaOggi del 5 maggio) per garantire al tempo stesso il rispetto dei principi comunitari e la continuità dell’attività degli ambulanti duramente colpiti dalla pandemia. Di qui la scelta di mantenere valide la concessioni e dare tempo più tempo ai comuni per rinnovarle. Il decreto Sostegni bis, che deve essere convertito in legge entro il 24 luglio e su cui appare scontato il voto di fiducia a Montecitorio, ha subìto ieri l’ennesima battuta d’arresto di un cammino parlamentare particolarmente travagliato. Dopo la conclusione della discussione generale, la seduta nell’aula di Montecitorio è stata sospesa in attesa di una nota della Ragioneria generale dello stato in cui i tecnici di via XX settembre hanno sollevato dubbi di copertura in particolare sulla norma relativa al Durc, ossia alla proroga fino a marzo 2022 della verifica della regolarità contributiva ai fini dell’anno bianco contributivo di cui possono beneficiare per il 2021 i professionisti e le partite Iva che hanno perso fatturato a causa del Covid (si veda ItaliaOggi del 10 luglio). Oltre al Durc la Ragioneria ha espresso perplessità anche sul rifinanziamento permanente dei centri per l’impiego.
La decisione di stralciare l’emendamento sull’esonero contributivo per le partita Iva colpite dalla pandemia è stata duramente criticata dall’autore dell’emendamento, Stefano Fassina di Leu. «E’ inaccettabile che su un emendamento così importante, dove sono in gioco i destini di oltre un milione di partite Iva, vi sia stato, dopo due settimane di esame al Mef, il parere favorevole del governo, quindi l`approvazione in commissione giovedì scorso e ora se ne disponga lo stralcio. Chiedo al presidente della Camera Roberto Fico di tutelare la dignità e le prerogative del parlamento», ha osservato Fassina. Proroga concessioni impianti sportivi Oltre al salvataggio dei bilanci comunali messi a rischio dalla sentenza della Consulta sul Fal e agli interventi per scongiurare la messa in liquidazione della società partecipate e delle aziende speciali (si veda ItaliaOggi del 9 e del 10 luglio), il corposo pacchetto enti locali del decreto Sostegni bis si è arricchito anche di una norma di proroga delle concessioni di impianti sportivi per le associazioni sportive dilettantistiche. Per favorire le Asd senza scopo di lucro colpite dall’emergenza Covid, le concessioni di impianti sportivi ubicati su terreni demaniali o comunali, che siano scadute, in scadenza o in attesa di rinnovo entro il 31 dicembre 2021, sono prorogate fino al 31 dicembre 2023, allo scopo di consentire il riequilibrio economico- finanziario delle Asd in vista delle procedure di affidamento.
Diritti di imbarco. Nel corso dell’esame in commissione bilancio è stato approvato un emendamento che elimina l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco agli aeroporti che hanno registrato nell’anno 2019 un traffico passeggeri in partenza pari o inferiore a un milione di unità. «Il parlamento ha accolto una misura sostenuta dal Pd che era attesa da Assaeroporti e che aiuterà soprattutto quegli scali regionali che hanno subito i contraccolpi più pesanti dal blocco dei trasporti in pandemia», ha spiegato la presidente del gruppo dem alla Camera Debora Serracchiani. L’addizionale sui diritti d’imbarco è una tassa versata dalle compagnie aeree pari a 6,5 euro per ogni passeggero in partenza. Nel 2019 il gettito proveniente da questa tassa è stato di 652 milioni di euro, di cui 13 milioni provenienti dai voli sui piccoli aeroporti coma Ancona, Bolzano, Brescia, Comiso, Crotone, Cuneo, Lampedusa, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Parma, Rimini, Trapani, Trieste. Nel decreto è stata anche inserita una norma di proroga delle concessioni di impianti sportivi per le associazioni sportive dilettantistiche. Le concessioni scadute, in scadenza o in attesa di rinnovo entro il 31 dicembre 2021, sono prorogate fino al 31 dicembre 2023 I comuni avranno tempo fino a 90 giorni successivi alla fine dello stato di emergenza per rinnovare le autorizzazioni e per verificare il possesso dei requisiti soggettivi e morali e di regolarità contributiva previsti dalle linee guida del ministero dello sviluppo economico.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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