di Alessandro Mastromatteo Benedetto Santacroce
Da 1° luglio debuttano i dati caratteristici del sistema fiscale italiano
Da giovedì 1° luglio utilizzo esclusivo del nuovo tracciato 2.0 per le fatture elettroniche in formato europeo destinate a pubbliche amministrazioni nell’ambito degli appalti pubblici.
L’evoluzione del formato è funzionale all’integrazione nei tracciati Ubl o Cii di alcuni elementi informativi fiscali e contabili caratteristici del sistema fiscale italiano, quali il meccanismo dello split payment, l’imposta di bollo, la Cassa previdenziale, il regime fiscale e l’Aic farmaco.
Queste informazioni, che non costituiscono dati obbligatori per i tracciati europei, lo diventeranno grazie all’integrazione con la Cius italiana permettendo anche a fornitori nazionali di veicolare e-fatture in Ubl (Universal business language) o Cii (Cross industry invoice) verso le pubbliche amministrazioni italiane, considerando le funzionalità di Sdi (Sistema di interscambio) di traduzione nel linguaggio XmlPa. Infatti le regole tecniche, aggiornate il 27 maggio 2021, modificano il processo di gestione da parte del Sistema di interscambio delle fatture elettroniche di cui all’articolo 3, comma 1, del Dlgs 148/2018 e cioè delle fatture emesse in formato elettronico europeo, definendo ricezione, controllo e inoltro delle fatture in formato Ubl o Cii provenienti dall’estero (cross border) e quelle di una fattura in formato Ubl personalizzato Italia all’interno del territorio nazionale (domestic).
L’interesse verso l’utilizzo di formati interoperabili a livello cross country, quali Ubl e Cii, costituisce un fattore di assoluto interesse per le imprese nazionali, soprattutto laddove dovesse esserne autorizzato l’utilizzo, in parallelo al tracciato Xml italiano, nei rapporti con e da operatori privati (quindi nei flussi B2B e B2C): il tutto in linea con quanto già previsto in materia di fatturazione elettronica tra soggetti residenti e stabiliti in Italia dall’articolo 1, comma 3, del Dlgs 127 del 5 agosto 2015 il quale già autorizza, attraverso l’adozione di un apposito decreto ministeriale, all’individuazione di ulteriori formati della fattura elettronica basati su standard o norme riconosciuti nell’ambito dell’Unione europea.
Ciò costituirebbe un’ulteriore spinta al sistema nazionale di fattura elettronica già oggi un’eccellenza nel panorama europeo, assicurando al sistema Paese un vantaggio competitivo nei confronti di altri operatori e altri Stati, grazie all’utilizzo di formati condivisi ed interoperabili a livello unionale.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.
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